Il vecchio

Ho visto un vecchio.
Camminava a piccoli passi incerti, preceduto da una signora di pari età (la moglie?) e seguito da un uomo di oltre 50 anni (il figlio?)
Procedevano in fila indiana sul marciapide sotto il mio ufficio.
La signora portava un sacchetto della spesa della LIDL. L’uomo che chiudeva la fila portava tre pesanti borse gonfie di prodotti. Lui aveva in mano una confezione da quattro rotoli di carta igienica.

La moglie aveva una sua eleganza d’altri tempi, un maglioncino rosa, un paio di pantaloni grigi, un filo di perle al collo, un’acconciatura sobria e curata, un paio di occhiali da sole indossati come fossero un cerchietto.

Il figlio vestiva casual, pantaloni sportivi, una polo. Dalla tasca usciva il filo di un auricolare dello smartphone che lo collegava al resto del mondo.

Ma il vecchio indossava un maglione blu sformato, parecchie taglie più grande della sua, pantaloni grigi di una tuta di cotone vecchio stile con gli elastici alla caviglia, e un paio di sandali da frate in pelle marrone.
Aveva capelli grigi, quasi bianchi, portati corti, spettinati, quasi irsuti, come se si fosse appena alzato dal letto.

vecchio

Ho premuto il telecomando del cancello del cortile proprio mentre stavano passando.
Il vecchio si è infilato nel cancello che si apriva, la signora ha allungato in silenzio la mano verso di lui, lo ha gentilmente spinto nuovamente nella direzione corretta.

Senza una parola. Senza uno sguardo che tradisse un’emozione.

Il vecchio ha allungato la mano e con la punta delle dita secchie ha sfiorato la mano della signora e, quasi rassicurato dal contatto, ha cambiato direzione ed è tornato a seguirla.

Nel cambio di direzione i nostri sguardi si sono incrociati. Io seduto in auto in attesa di passare, lui in piedi sul marciapiede alla ricerca di un instabile equilibrio.

E nei suoi occhi non c’era niente.
Non un sorriso, non un dolore, non una rabbia.
Neppure la consapevolezza di ciò che accadeva.

Ci sono modi di morire che non coinvolgono il cuore ed i polmoni.
La luce si spegne. Anche quando il sole è alto in cielo.

Ho visto l’Uomo e la sua debolezza. E mi ha fatto paura.

Ho atteso ben più del tempo necessario a loro per passare, poi ho parcheggiato e mi sono messo a lavorare. Ma quello sguardo me lo sono portato dentro per tutto il giorno.

E ne scrivo qui per esorcizzare il mio timore.

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