Sono stato in vacanza.
Magari non ve ne siete neppure accorti, ma io ho tirato i remi in barca e per un paio di settimane ho staccato la spina (dal mondo digitale) e mi sono rifugiato sui sentieri.
Staccare per qualche giorno è una necessità più che un lusso.
Se mi volto indietro e osservo cosa ho fatto in questi 15 giorni, in realtà, non noto grandi differenze con i mesi precedenti.
Sono andato in montagna.
Ho visto qualche amico.
Ho letto, ho pensato a nuovi progetti, ho immaginato storie e avventure.
Ho persino risolto qualche sporadico problema di lavoro…
Eppure mi sono rilassato, perché mi sono finalmente reimpossessato del mio tempo.
Le scadenze che ognuno di noi ha, siano lavorative, familiari o magari anche di divertimento, ci impongono ritmi.
Poter decidere all’ultimo minuto cosa si farà nelle ore successive è un privilegio raro.
La mia vacanza è finita.
Da ieri sono tornato al lavoro.
Ma ho deciso di portarmi dietro un briciolo di libertà.
Di lasciare ogni giorno un paio d’ore in cui non ho nulla da fare.
Un buco da riempire, magari oziando, oppure ascoltando musica. Ma senza scadenze da rispettare…