Un filo d’ansia

Oh oh, ci siamo….
Manca un mese esatto alla fatidica data: 5 ottobre – 5 novembre.

Oggi tra un mese ci alzeremo all’alba, saliremo sul pulmino che ci porterà al ponte di Verrazzano, e l’ultima parte di questo fantastico viaggio avrà inizio.

Com’è strano il nostro cervello.
Un mese mi sembra pochissimo, ma se penso da quanti giorni sia formato e a quanti chilometri in allenamento dovrò ancora percorrere, allora le cose prendono un’altra prospettiva.
Eppure, a vedere questa data sul calendario, l’agitazione inizia a salire.

Mancano 31 giorni, un lungo (che correremo domenica 15), le settimane di scarico (il periodo più bello della preparazione).
Tutto è stato fatto come da manuale: sono in ottima forma fisica, non ho dolori, non sono particolarmente affaticato.
Tra l’altro la maratona è una gara che ho corso moltissime volte, nelle più diverse condizioni.

calendario

E allora?
Qual è il motivo di questa mia agitazione?

Il fatto è che la maratona incute sempre rispetto ai runner.

Chi non corre, dopo essersi accertato che anche NY sia lunga 42km, commenterà “Cosa vuoi che sia per te? Hai fatto la 100km, il Tor des Geants, questa è una passeggiata”.
Ma la maratona non è solo una distanza da coprire nel minor tempo possibile.
E’anche un mito da sfidare.

Ovviamente non si tratta della paura di morire (Fidippide, l’emerodromo che si narra morì dopo aver portato ad Atene la notizia della vittoria sui Persiani nella piana di Maratona, probabilmente è solo una leggenda).
Ma le nostre paure sono forse più piccole, ma molto concrete.

Come vestirsi, come alimentarsi e, soprattutto, che passo tenere.
Perché in maratona non c’è possibilità di errore.
Sbagli il ritmo alla partenza andando troppo forte e prima della fine salti e cammini fino al traguardo.
Sbagli il ritmo alla partenza andando troppo piano e quel numero che avevi in testa diventa irraggiungibile.

La maratona è, prima di ogni cosa, un progetto che parte mesi prima.
Poi è la capacità di tenere un ritmo stabilito.
Infine è riuscire a tener duro nel momento (immancabile) della crisi.

Ci vuole un ingegnere, un ragioniere ed un guerriero, tutti nelle stesse scarpe.

Manca un mese.
La sveglia stamattina è suonata come tutti gli altri giorni.
Oggi mi allenerò al campo (ripetute lunghe).
A cena starò ancora attento a cosa mangio.

E domani, dopodomani, la prossima settimana, farò lo stesso.
Quindi non ci sono motivi per essere in tensione.

Però oggi, solo oggi, osservando la data del calendario, lasciatemi essere un po’ in ansia.