Sono stato contagiato.
Non dal Covid 19 (sarebbe alquanto curioso considerato l’isolamento e le misure precauzionali cui tutti ci atteniamo) ma da una forma più subdola e certamente meno pericolosa di malattia: la pigrizia.
Faccio tutto quello che devo fare.
Sto lavorando da casa. I miei colleghi inglesi sorridono quando dico loro che sono in smart working, non capiscono cosa ci sia di “astuto” nel lavorare collegati da remoto… d’altronde la nostra anglofilia ci fa spesso modificare dei termini italiani convertendoli in un improbabile inglese, come se cambiando il termine telelavoro in “smart working” lo rendesse più efficiente o più furbo.
Sto lavorando sul giardino. Mai come quest’anno il mio piccolo angolo verde è curato. Ho più tempo, non mi divido tra la Valle e Milano, quindi sono riuscito a fare di più e meglio. Anche l’orto (qui da noi quando si parla di giardino si intende l’orto o almeno anche l’orto) ne ha beneficiato: ci sono più verdure che crescono in file regolari.
Sto leggendo tantissimo. Sono riuscito non solo a continuare ad acquistare libri nuovi, ma – cosa persino più importante – ho iniziato a far fuori la pila di volumi acquistati e mai letti che, come ogni bibliofilo che si rispetti, ho sul comodino.
Insomma, a parte correre che mi è impedito dalle regole dell’isolamento, faccio un sacco di cose e le faccio con continuità ed efficienza.
Allora perché mi sento pigro?
La verità è che correre regolarmente aggiunge una componente di dinamismo che in tutte le altre attività che ho elencato manca completamente.
Non sono pigro perché non faccio le cose, ma sono pigro per come le faccio.
Mi sono adagiato ad un ritmo rilassato.
Non è tanto la fretta di concludere che mi manca, ma mettere in ciò che faccio quel tanto di energia in più che mi permetta di sentirmi attivo.
Se volete è la stessa differenza che c’è tra alzarsi da tavola pieni ed alzarsi con ancora un po’ di appetito.
Mi manca la sensazione di fame. La voglia di iniziare una cosa nuova. Quello stimolo in più che viene dal sapere che c’è un’altra voce da spuntare dalla To Do List.
Sono indeciso su come affrontare questa mia empasse.
Da un lato provo sempre più forte la tentazione di andarmene a correre.
Dall’altro penso che potrei affrontare qualcosa di completamente nuovo, qualcosa che mi stimoli di più.
Sono ad un bivio, e il senso di rispetto delle regole mi imporrebbe di scegliere la seconda strada.
La bilancia e una certa rigidità nello scendere dal letto al mattino, mi consigliano la seconda.
Un’unica cosa so per certo: devo decidere ed allontanarmi da questo gorgo che mi trascina verso l’immobilità.