Oggi ho perso una battaglia.
Sveglia alle 6:00 per beneficiare della frescura della notte.
In programma 4 km di corsa lenta e poi 2 volte un 3000 a 4’45” (che per la mia condizione attuale è un bell’andare).
Già scendere dal letto ed indossare scarpe e canotta è stata dura.
Nelle gambe ho ancora i 1000 metri di dislivello positivo accumulati mercoledì sera in un’uscita con gli amici.
Scendo in strada e decido di allungare un po’ il riscaldamento (alla fine saranno 6 chilometri).
Le gambe iniziano a sciogliersi così azzero il gps per il primo 3000.
Pronti via, e ho il cuore a mille.
Mollo dopo aver corso poco più di 300 metri.
Ritorno al punto di partenza al passo.
Provo a fare un po’ di stretching e riparto un po’ più tranquillo.
In effetti le cose vanno meglio.
La velocità si assesta intorno a quella che dovrei tenere.
Il primo mille mi sento bene, il secondo tengo botta.
Ma poi sono di nuovo in difficoltà.
La strada sembra in salita.
E mi fermo quando mancano poco più di 300 metri all’arrivo.
Avete presente quella sensazione di sconfitta?
Qualche metro prima mi sembrava che non avrei potuto fare neppure un altro passo.
E subito dopo mi maledico per essermi fermato.
Fa niente…
Torno camminando al punto di partenza (mi alleno su un anello di circa 3.400 metri), ancora un po’ di stretching e riparto.
Faccio fatica ad alzare le ginocchia.
Mi sforzo di tenere lo sguardo dritto avanti, continuo a guardare per terra.
Dopo 600 metri mi fermo, aspetto 30 secondi e riparto più lento, definitivamente sconfitto.
Alla fine sul diario di oggi scrivo:
– 6,5 km riscaldamento / corsa lenta
– 2,7 km a 4’52″/km di media
– 3 km di defaticamento a 5’30″/km
Oggi ho perso una battaglia.
Mia nonna diceva: “Soldato che scappa è buono per un’altra battaglia” e forse dovrei farmene una ragione.
Cerco di analizzare i motivi (il caldo? la fatica della montagna?) ma mi sembrano tutte scuse.
Mi consolo dicendomi che almeno ho messo in cascina 12 chilometri…
La verità è che ci sono le giornate storte e non ci puoi far niente.
Solo lasciarle passare e tornare, al prossimo allenamento, più determinato di prima.
La vera guerra è chiudere ogni ciclo di allenamento con dei miglioramenti sensibili.
La singola seduta la rimedierò già domenica, quando mi aspetta un bel lavoro in pista.