La voglia di correre

Dopo alcuni anni, stimolato dalla bilancia, sono tornato a correre e questa volta è scattata di nuovo la magia…

Ai tempi del liceo, nonostante fosse uno scientifico, ricordo che si diceva che la matematica era una scienza ancillare, serviva a dimostrare gli assunti delle altre scienze.
Similmente, quando al pomeriggio mi recavo all’allenamento di canottaggio, il coach ci diceva che correre serviva a potenziare fiato, cuore e resistenza. La corsa era ancillare alla voga.

Invece io, bastian contrario, amavo la matematica per la sua eleganza formale e la corsa per la musicalità del suo ritmo. Insomma, erano ancillari per gli altri, ma regine per me.

Pensavo a tutto ciò mentre correvo sulla sterrata sotto casa.

Negli ultimi tre anni avevo abbandonato la corsa.
Prima c’era stata la decisione di non gareggiare più e di correre non per allenarmi ma per il piacere di farlo.
Poi, con la mancanza della continuità, anche il piacere era andato calando.
Poi c’è stato il primo lockdown, l’aumento del peso, un piccolo infortunio, i tentativi (peraltro subito abortiti) di ricominciare, la scusa della neve, del freddo, e tutte quelle migliaia di “ottime ragioni” che ciascuno di noi è maestro nell’inventare per rimandare l’uscita di corsa.

All’inizio della stagione invernale, uscendo con le pelli, mi ero reso conto che – rispetto all’anno precedente – ero migliorato come tecnica e drammaticamente peggiorato come forma fisica. A fine febbraio, sul quadrante della bilancia, il numero 93 mi ricordava impietoso che ero almeno 10 chili più pesante non del peso forma, ma di una condizione accettabile.

Ho reagito nell’unico modo che conosco: ho infilato le scarpette e sono uscito a correre, pur con la paura che sarebbe stato l’ennesimo fuoco di paglia.

Invece sono passate le settimane, le corse – pur brevi, pur lente – hanno preso una certa regolarità (tre volte a settimana), ho notato che fatico meno con gli sci e, soprattutto, mi è ritornata la voglia di correre.

panorami montani

Dico subito che il peso non è poi calato tanto. Mangio e bevo come al solito, sicuramente troppo, e così la bilancia non mi regala grandi soddisfazioni.

Ma ho ritrovato la bellissima sensazione di accorgermi del miglioramento da uscita a uscita. Non tanto sul crono (che ancora trascuro) ma proprio sulla facilità con cui corro e sul piacere nel farlo.

Certo è complice anche la stagione.
La Natura si sta lentamente svegliando, in pausa pranzo il sole batte caldo sulle spalle e compensa l’aria fredda che ti entra nei polmoni.
Tra gli alberi e nei prati che sono ancora gialli (qui ha nevicato anche ieri) si percepisce l’immensa energia che trasformerà tutto tra poche settimane.

C’è un pezzo del percorso che amo più di ogni altro.
Esco dal bosco in salita, compio ancora 500 metri su una poderale e sbuco su un altipiano dove, alzando lo sguardo, vedo le montagne stagliarsi candide contro il cielo azzurro.

E’ il mio premio.

Anche perché da lì inizia una discesa che “precipita” tra gli alberi fino al cancello di casa.

Negli ultimi anni, considerata l’età che aumenta, mi ero rassegnato a non poter più fare certe cose, a non poter più provare certe emozioni. Avevo in testa una lista di “piaceri che ormai era tardi per rivivere” e questa lista includeva anche il piacere della corsa.

La grande scoperta di oggi è che non è vero.
E vi dirò di più, se posso divertirmi ancora a correre su un sentiero, allora probabilmente devo rivedere la mia lista e darmi un’altra chance anche sugli altri fronti.

Ascolta “Il piacere di correre” su Spreaker.

Il controllo del peso

Nella battaglia per il controllo del peso, il primo avversario da battere è il Mr.Magoo che si nasconde in tutti noi.

Ci sono cose che faccio e che mi rendo conto essere stupide.
Ma vuoi perché mi faccio travolgere dagli eventi, vuoi che ci penso troppo tardi, non riesco ad evitarlo.

Così ho deciso di imitare Zerocalcare, il geniale disegnatore che nelle sue storie, quando non vuole far riconoscere l’amico o l’amica di cui parla, la disegna con l’aspetto di un personaggio famoso.
Ecco quindi, non sto parlando di me, sto parlando di Mr.Magoo, quel vecchietto miope (in tutti i sensi) protagonista di un cartone animato quando io ero un ragazzino.

Mr.Magoo

Mr.Magoo è in perenne battaglia con se stesso per il controllo del peso.
Ogni mattina sale sulla bilancia e annota scrupolosamente il verdetto sull’agenda.
E’ un modo pratico per ricevere uno choc prima della colazione.

Negli ultimi anni, la battaglia è stata sanguinosa e, specialmente nel periodo di inattività a causa del Covid19, si è trasformata in una sconfitta.
Le armate dell’adipe avanzavano trionfalmente lungo ventre, braccia, spalle di Mr.Magoo, segnate dalla crescita regolare dei numeri sul display della pesapersone.

Ma Mr.Magoo non ha dubbi:

“Questo trend deve essere invertito immediatamente (o almeno lunedì prossimo). Darò una svolta alla mia vita, mangiare meno, mangiare meglio!”

Come tutti casca nel facile giochetto di mettere una data di inizio che non è “adesso” ma nel futuro: il lunedì, il primo del mese, il giorno dopo il compleanno o la festa con gli amici o la sagra della birra…

Mr.Magoo vive solo, cucina per sè e una volta alla settimana fa la spesa.
Ma tutte queste cose, che potrebbero essere occasione per controllarsi, diventano altri smacchi.
Quando acquista cibo sceglie solo cose che gli piacciono, tende ad acquistare senza far riserve ma non sempre indovina la quantità minima necessaria (ovviamente sbaglia per eccesso).
Quando cucina, prepara porzioni un po’ abbondanti (“così ne resta per domani”) che finisce per spazzolare regolarmente (“almeno pulisco la pentola e metto tutto in ordine”).

Ma la vera apoteosi è quando Mr.Magoo decide di dare una nuova stretta alla sua dieta e che per farlo deve eliminare un particolare alimento (gli alcolici, i dolci, i carboidrati, i formaggi…)
Non è un uomo che si arrende senza combattere e se c’è un nemico lo affronta a viso aperto.
Così per ogni alimento ingaggia un corpo a corpo serrato, lo distrugge a forza di morsi o sorsi, cerca di farlo sparire mangiandolo nel più breve tempo possibile.

Il giorno dopo salendo sulla bilancia e registrando l’ennesimo balzo in alto del peso, si consola:
“Almeno adesso non ce n’è più in casa, da lunedì si ricomincia a mangiare di meno…”

La serpe in seno

Lo confesso, il pensiero si era già affacciato un paio di volte alla mia mente, ma con nonchalance lo avevo ricacciato indietro, spingendolo nella zona inconscia.

Ma oggi lei, la serpe in seno, la traditrice che si nasconde sotto il mobiletto del bagno, prima mi ha sorriso seduttrice invitandomi su di lei e poi ha spiato sardonica le mie reazioni, quando ho letto il responso.
Bastarda di una bilancia!

Dopo settimane di alimentazione controllata e di attività fisica costante, il mio peso che era sceso dapprima rapidamente e poi con rassicurante continuità, ha smesso di calare.
Dagli 87 chili abbondanti di inizio anno ero sceso agli 83.5 di inizio giugno, ma da quel momento, etto più etto meno, sono rimasto costante.

Avevo già raccontato (qui) che sullo specchio del bagno ho incollato un foglietto dove segno ogni mattina il peso e che ho messo delle semplici regole sul cibo… ma a quanto pare non bastano più.

L’avevo intuito dai commenti degli amici con i quali sono tornato a correre.
“Beh Franz, a guardarti direi che era ora che tu riprendessi”
Maledetti. Manco fossero pelle ed ossa!
Arrancando alle loro spalle, con il sudore negli occhi, non riesco a non notare che anche le loro pance tendono il tessuto della maglietta… eppure vanno più veloci.

Poi ci sono gli amici non sportivi.
“Beato te che corri e puoi mangiare di tutto”
E mentre io finisco la pizza margherita con la birra, loro trangugiano la seconda porzione di pasta alla Norma e discutono cosa ordinare per secondo.

In Montagnetta o al campo sportivo, in pausa pranzo, ci sono quelli che odio di più.
I podisti che sudano felici a petto nudo, mentre io mi vergogno della mia ballonzolante adipe.

Devo perder peso!
Ci sono certe mattine in cui adotto delle tecniche diversive: provo ad ingannare la bilancia.
Mi peso prima di colazione e dopo essere andato in bagno.
Rifletto se è meglio farlo prima o dopo la doccia (“peserò più nudo e bagnato o in maglietta ma asciutto?”).
E quando esco a correre aspetto di bere per poter vedere la bilancia fermarsi un chilo e mezzo abbondante sotto il peso solito…

io e la bilancia
Un grazie speciale all’amico Chiod per aver reinterpretato la mia esperienza. Scoprite “Il maratoneta principiante” e molto di più su ilmaratonetaprincipiante.it NdA

Ma sono tutti trucchetti che non portano da nessuna parte.

Prendo sempre in giro i ciclisti che quando comprano la bicicletta scelgono il manubrio in carbonio perché pesa 300 gr di meno dell’altro e poi hanno almeno 10kg di pancia da portare a spasso.
Ecco, oggi io non sono poi così diverso.

E’ stato calcolato che per un podista amatore medio, un chilo di peso in più significa un ritardo di circa 4 minuti al traguardo della maratona.
Io di chili extra ne ho quasi quattro, significa un bel quarto d’ora secco da aggiungere al mio tempo potenziale.

Quindi da domani (che fortunatamente è il primo giorno di luglio) si cambia vita.

Non voglio mangiare di meno, ma mangiare meglio.

Devo riorganizzare un po’ le mie abitudini alimentari.
Arricchire la colazione di proteine ed eliminare la brioche (vorrà dire che al bar leggerò il quotidiano sorseggiando un caffé).
Fare un pasto più completo (non la solita insalata) ed evitare troppi carboidrati la sera.
Devo mangiare un po’ di più nei giorni di allenamento e un po’ di meno in quelli di riposo.

Proverò ancora per qualche settimana, e poi deciderò se parlare con un nutrizionista che mi possa indirizzare meglio.

Avanti così, che novembre si avvicina…

Post Scriptum:
La sapete la differenza tra un podista agli inizi e uno navigato?
Il primo corre per perdere peso, il secondo perde peso per correre…