Io tifo ninja panda

Nella società civile moderna la forma prevale sulla sostanza: una breve riflessione sulla schizofrenia dell’opinione pubblica

Da bambino, un po’ come tutti negli anni ’70, avevo insistito con i miei genitori per essere tesserato WWF. Ricordo che avevo trovato il modulo per l’iscrizione in una doppia pagina di Topolino, proprio dopo un articolo sul Progetto Lupo.
Vi ricordate anche voi quelle pagine con testo e foto tra le storie a fumetti? Quelle che saltavi a piè pari e poi notavi solo alla seconda lettura? Ecco, proprio in quelle pagine lì…

Dopo qualche settimana nella cassetta della posta c’era (che emozione!) una lettera a mio nome contenente la tanto agognata tessera con, sul frontespizio, il dolce simbolo del World Wildlife Fund, il panda.

Crescendo ho un po’ modificato il mio punto di vista. Forse negli anni Settanta era fondamentale combattere per un’indiscriminata e irrazionale strenua difesa di ogni specie animale.
Poi sono cambiate le idee e oggi si sa che la Natura ha dei propri meccanismi di equilibrio e quello che gli uomini dovrebbero fare è di cercare di rispettare quei meccanismi, quell’equilibrio naturale.

Così il panda, il simpatico peluche che mangia solo germogli di bambù, si accoppia raramente e ancor più raramente si riproduce generando un solo cucciolo, beh quel simpatico tontolone è diventato il simbolo di tutti coloro che vengono salvati nonostante la loro volontà.

panda

Parcheggio un momento questo argomento e passo ad un altro tema che però è collegato.

Demi Lovato. Chi sarà mai?
Da buon ignorante non conoscevo quest’artista che è assurta all’onore delle prime pagine per aver affermato di essere “non binary”. Che in buona sostanza significa che rifiuta di riconoscersi all’interno della classificazione standard di genere. Non è maschio, non è femmina, è oltre.

E fin qui nulla da obbiettare.
Ho sempre pensato che le inclinazioni sessuali rientrino nella sfera dell’autonomia personale e, soprattutto, privata.
Ma qui Demi Lovato rilancia e chiede che per rispetto della sua attitudine quando ci si rivolge a lei (o di lei si parli) si usi il “they singolare”, in italiano sarebbe il “essi singolare”. In pratica avrei dovuto dire “Demi Lovato hanno chiesto di essere definiti non-binary”.

Il discorso è ampio e complesso.
La potenza delle parole è tale che influisce sulle nostre emozioni e modella il nostro pensiero. Ma tutto ciò detto, trovo patetico lo sforzo di una certa cultura di adattare il linguaggio senza che corrisponda una modifica fattuale del comportamento.
In estrema sintesi: la forma che prevale sulla sostanza; una correttezza di facciata.

La polemica scoppiata per l’adozione della formula genitore 1 e genitore 2 è ipocrita e fuorviante. Bisogna andare a fondo nel problema e affermare che un bambino figlio di due madri o due padri debba essere trattato esattamente come tutti gli altri bambini.

La società civile in questi tempi ha la tendenza a lanciarsi in battaglie di principio sui dettagli, tralasciando il cuore del problema.

Ci preoccupiamo che le bombe intelligenti non uccidano vittime civili come se si potesse ammettere le vittime militari. E nel frattempo non si fa nulla per fermare la guerra.

Ci preoccupiamo di definire gli spazzini “operatori ecologici” per non ledere la loro dignità, invece di verificare che il loro lavoro sia degnamente retribuito.

Affermiamo il diritto di migrare ma lasciamo che chi arriva in Europa diventi uno schiavo, e viva in condizioni che non accetteremmo mai per i nostri figli.

Allora io sogno un ninja panda che, miracolosamente dotato di parola, si rivolga al consesso delle Nazioni Unite e affermi senza mezzi termini:
“Ci avete rotto con il vostro perbenismo, la vostra voglia di salvarci ad ogni costo. Salvate il pianeta e voi stessi, piuttosto. E lasciateci estinguere in pace”.

Ascolta “Io tifo ninja panda” su Spreaker.