Ha colto nel segno la pubblicità olandese di DocMorris (una casa farmaceutica) che in un bel video (che potete vedere qui) ha spostato l’attenzione dal regalo al gesto di donare.
Nello spot un signore anziano sembra concentrarsi su se stesso e prepararsi ad una qualche impresa sportiva o, ancor peggio, ad allenarsi ai fini estetici.
E’ buffo, per non dire ridicolo.
Veste in modo antiquato e si allena senza criterio: ripete alla noia un gesto senza costrutto.
Un po’ alla volta i vicini, che prima lo osservavano con una punta di sufficienza se non fastidio, inizano a preoccuparsi e chiamano la figlia che però non riesce a farlo desistere.
Il finale (che non vi svelo) offre una spiegazione non solo logica ma anche poetica di tutto quell’allenamento.
Il regalo a natale dev’essere questo.
Non un dono acquistato in fretta e abbandonato sotto un abete posticcio, ma un allenamento a pensare agli altri. Uno sforzo costante ad aver a cuore la felicità altrui.
Quest’anno il natale sarà molto diverso dal solito. Specialmente per chi, come me, vive lontano dalle persone che ama di più.
Sarà un natale di lontananza fisica e di vicinanza emotiva.
I regali, come nella pubblicità olandese, non saranno importanti: sarà importante sapere che qualcuno ha pensato a me per tempo. Che si è prodigato per cercare la cosa giusta e farmela avere, senza scoprire le sue carte.
Questo è il vero segno dell’amore.
Questo è il vero dono che riceverò e che spero di saper ricambiare.