Dico sempre che corsa e vita si somigliano, ma spesso la corsa è la bella copia della vita.
Stamattina vedo il tweet di Beppe Sala che celebra l’accensione in Galleria dell’albero Swarovski.
Di seguito leggo una serie di commenti tra i quali spiccano quelli sarcastici nei confronti di Virginia Raggi e di Roma.
Anche se è vero e se Milano è gestita meglio di Roma (per merito del sindaco ma anche e soprattutto della mentalità efficentista dei milanesi), non comprendo questa necessità di usare il successo di uno per denigrare un altro.
E’ un vizio diffuso a tutti i livelli.
Il politico di turno gongola non per l’aver fatto una buona legge ma per aver eliminato una legge fatta da altri.
(E al contrario non si preoccupa di risolvere un problema ma solo di evidenziare gli errori dell’altra parte politica che lo hanno provocato).
Quando fai notare ad una persona che sta commettendo un atto sbagliato, immediatamente si difende con un “lo fanno tutti”.
(Però, al contrario, non si ispirano ai gesti positivi o generosi degli altri, minimizzandoli con un “facile per lui che è ricco… famoso… bello…”)
Invece se in una corsa arrivi ultimo, non accampi scuse tipo “è colpa degli altri che non mi hanno aspettato”.
L’unica cosa che conta è quello che hai fatto tu.
Vale per la corsa e per la maggior parte degli sport (anche se ho notato una preoccupante ascesa dell’incolpare i compagni negli sport di squadra).
E dovrebbe valere per la vita.
Ieri sera sono andato al cinema e ho visto Bohemian Rapsody (bellissimo!).
Come sapete è la storia dei Queen e di Freddie Mercury (“io non sono il leader dei Queen, sono il solista”) un genio assoluto.
Mi ha colpito, come sempre mi accade quando leggo o vedo biografie di grandi persone, questa sua continua, spasmodica, tensione a migliorarsi, ad aprire nuove strade, a realizzare se stesso.
Qualcuno potrà notare un ego spropositato che lo ha reso cieco di fronte alle critiche altrui.
Io vedo un uomo che traccia la sua strada senza accampare scuse per risparmiarsi.
Allora, come mai siamo sempre così veloci a guardare cosa fanno gli altri invece che concentrarci su migliorare noi stessi?
E soprattutto dove ci porterà questo atteggiamento?
Io pavento una lunga discesa all’inferno invece che una trionfante salita all’empireo.
Ma c’è ancora tempo per invertire la tendenza.
Agli altri dovremmo pensare quando si tratta di dare, non quando si tratta di criticare.
Natale è alle porte, spero tanto che Babbo Natale ci porti meno regali, meno critiche gratuite, e una confezione magnum di voglia di migliorarci.