Si può ancora parlare di razzismo?

ANTEFATTO: durante la partita Verona-Brescia, Mario Balotelli interrompe l’azione, calcia la palla in tribuna e sembra voler lasciare il campo.
L’arbitro, che in un primo momento non capisce, lo ammonisce per il gesto antisportivo.
Tutti gli altri giocatori (di entrambe le squadre) si accalcano attorno a Balotelli, lo confortano e cercano di convincerlo a rientrare.
L’arbitro comprende che il gesto di stizza era dovuto a degli insulti provenienti dalla curva veronese, ritira l’ammonizione, e – dopo circa 4 minuti e dopo che Balotelli è tornato in campo – fischia la ripresa del gioco.
Per i pochi che non lo sapessero, Mario Balotelli è un giocatore italiano di colore.

nike against racism
La campagna Nike a supporto del calciatore Raheem Sterling (Manchester United) che si era schierato contro il razzismo

Nella serata e il giorno dopo sono seguiti commenti di ogni genere.

Leggo esterefatto le deliranti esternazioni di uno dei capi del tifo dell’Hellas Verona (ad esempio qui).

Sono talmente tante le considerazioni che potrebbero essere fatte che, sovente, le persone normali tacciono, indecise tra enunciare l’ovvio o preferire il silenzio.

Di solito taccio, ma stavolta, quasi per ridere, preferisco dire anch’io la mia.

Numero uno.
Sgombriamo il campo, per me “razzista” e “coglione” sono sinonimi.
Non è una questione di avere opinioni diverse, chiunque oggi pensi che la razza in qualche modo influisca sulle capacità di una persona è semplicemente un coglione.
Non è male informato (su questo tema è impossibile esserlo).
Non è stupido (non occorre grande intelligenza per capire un concetto così semplice).
E’ semplicemente in mala fede.

Numero due.
Il capo degli ultras afferma che Balotelli non è italiano.
Non so cosa possa definire l’italianità.
Balotelli è nato in Italia.
E’ cresciuto ed ha studiato in Italia.
Come calciatore ha vinto tre scudetti, una Coppa Italia e una Champions League con la maglia dell’Inter.
La maggior parte della sua carriera calcistica ha giocato in squadre italiane.
Ha giocato nella nazionale di calcio italiana.
E’ vero che fa fatica a parlare italiano, ma solamente perché usa più spesso il dialetto.

Numero tre.
Sarebbe anche da chiedersi se poi a Balotelli interessi davvero essere italiano.
Nel mio piccolo (e non sono certo un campione di calcio né un personaggio famoso) non sono così sicuro di voler essere italiano se significa essere accomunato al signore a capo degli ultras.
Ma sono italiano a prescindere, nel bene e nel male.
Proprio come Balotelli.

Numero quattro.
Tutti quelli che tifano contro, sminuendo gli avversari invece di incitare la propria squadra, non si rendono conto che così facendo ottengono l’effetto opposto?
Se io dico che ho battuto un avversario in una gara e allo stesso tempo affermo che questi è una pippa cosa dimostro se non che sono riuscito a battere una pippa?
E se malauguratamente perdo? Battuto da una pippa!

Numero cinque.
Non ho ancora capito cosa c’entrino gli ultras con lo sport.
Mi verrebbe da dire che il calcio è più spettacolo e meno sport di tanti altri, ma sarebbe dettato dal pregiudizio e dal fatto che mi senta “figlio di un dio minore” in quanto appassionato di atletica e di basket, più che di pallone.
Di certo non hanno aiutato a rasserenarmi le dichiarazioni del presidente della Hellas Verona, che ha minimizzato l’accaduto dicendo che gli sfottò sono ammessi. Quasi a tenersi buoni quei facinorosi che affollano le curve degli stadi italiani.
Forse il problema della “coglioneria” non è relegato solo in curva… (ricordo deliranti affermazioni dell’allora presidente della Lega Calcio a proposito di calcio femminile…)

Bene bene, mi sono sfogato.

Tanto per evitare inutili strascichi polemici:
Non ho detto (perché non lo penso) che Verona sia una città razzista, è accaduto lì, ma era accaduto in molte altre città. E’ un fenomeno tipico del tifo estremizzato.
Non entro nel merito di cosa sia accaduto davvero nella partita (non lo so), mi baso solo sulle esternazioni del capo degli ultras e del presidente della squadra.

E se non bastasse, aggiungo due post scriptum tanto per chiarire ulteriormente.

PS1: non mi intendo di calcio. Ma quando Balotelli l’estate scorsa sfidò un amico a lanciarsi in mare col motorino e poi pubblicarono il video, pensai che Balotelli fosse un viziato ragazzino con poco sale in zucca. E lo penso ancora, a prescindere da ogni altra considerazione.

PS2: ho a bella posta evitato di mettere nomi: hanno già avuto troppa visibilità mediatica e temo che alla fine siano più interessati a questa che a questioni di principio.