Hanno preso un fumetto, lo hanno sezionato ottenendo lo spin-off della storia del cattivo per antonomasia e creando un capolavoro.
Alla fine esci dalla sala a bocca aperta. Sai di aver visto qualcosa di grande ma è contrario a tutto il sistema di valori che hai dentro.
Joker, nei fumetti DC, è poco più di una caricatura del cattivo.
Ma ecco il colpo di genio, dargli profondità, creare una storia che – in qualche modo – da un senso (perché di certo non lo giustifica) al suo essere un malvagio perfetto.
A questo aggiungiamo un grandissimo attore come Joaquin Phoenix che viene lasciato libero di creare un mostro. Gioca sopra le righe, ricorda un po’ Johnny Depp quando ha dato vita al celebre Capitano Jack Sparrow, ma questa volta ne esce un personaggio drammatico e sempre sul sottile filo della pazzia.
Deve aver lavorato moltissimo sul personaggio, così che ogni particolare, ne trasmette l’immagine amplificata.
La risata di Joker, malata, angosciosa, sintomo del suo disagio.
La faccia di Joker, truccata o meno, da cui traspare tutto il suo dilaniarsi interiore.
Il corpo di Joker, magro, scavato, anch’esso incarnificazione della pazzia.
I balli di Joker, unico momento in cui la sua anima trova pace, come una sospensione sull’abbisso.
Il regista, Todd Phillis, non fa altro che lasciare ampi spazi alla prova attoriale di Phoenix, richiamando con alcune citazioni i più celebri Batman del passato (Gotham sotto la pioggia, il manicomio, la rivolta finale) e sottolineando la bravura del protagonista.
Persino Robert De Niro (che interpreta Murray Franklin, una specie di Letterman) rimane sullo sfondo.
Gran bel film. Sicuramente da guardare.
La drammatica considerazione finale è che il film è lo specchio di questa nostra era. Il bene ed il male si confondono. Persino i valori negativi diventano un buon motivo per opporsi al potere.
E’ un film destabilizzante. Esci con la sensazione che il vuoto delle motivazioni di Joker, basate sulle sue allucinazioni psicotiche, diventano paradigma per una rivoluzione del popolo contro il potere.
E tu non sai più a cosa credere.