Faccio parte di quella generazione convinta che per ogni problema esista un libro dove trovare la soluzione.
La generazione che ha divorato manuali su qualunque argomento, salvo poi liquidarli con cinico fatalismo e affidarsi per trovare consiglio su problemi pratici a romanzi e racconti.
Ecco che, proprio mentre sto mettendo a punto tutti i particolari per la maratona di New York, ricevo l’invito alla presentazione di un libro e resto folgorato dal titolo “La scienza del respiro” rinforzato da un altisonante sottotitolo “Da uno scienziato e campione di apnea la ricetta per dire addio allo stress e vivere appieno“.
Come resistere? Ho letto il libro tutto d’un fiato (mi si perdoni il facile gioco di parole) e ho trovato molti spunti interessanti.
Intanto la fisiologia del respiro che, per quanto ognuno di noi abbia un’infarinatura risalente alla scuola sul sistema polmonare e sappia cosa siano trachea e alveoli, rimaneva un mondo da scoprire.
Quanti litri d’aria respiriamo? Quanti respiri facciamo al minuto e perché? Cosa c’è nell’aria di cui ci riempiamo i polmoni?
Poi tutta una serie di curiosità. Dalla quantità di ossigeno presente nel sangue e della minima porzione che ne sfruttiamo al volume di muco che produciamo in un giorno (è un litro e viene spiegato cosa serve e che fine fa!).
Infine la cosa più importante: come il respiro modifica la qualità della nostra vita. E come influenzi le performance sportive e, più in generale, lavorative e di ogni giorno.
A guidarci in questo viaggio è Mike Maric. Un professore di patologia forense, sì quelli di CSI e delle serie tv. Uno scienziato, dunque, ma con un passato di sportivo (campione mondiale di apnea nel 2004) e un presente di preparatore di grandi campioni (cito Pellegrini e Magnani perché forse i più noti, ma la lista è lunghissima).
Il libro prende le mosse dal vissuto dell’autore. Esperienze di vita sportiva (e non) che lo hanno portato ad esplorare con puntiglio accademico le tecniche del respiro e come queste ci influenzino.
In La scienza del respiro ci sono delle vere e proprie lezioni su come fare esercizi per migliorare specifici aspetti di questa funzione che ci aspetteremmo essere la più naturale ma che scopriamo poter essere corretta ed allenata.
Il tutto condito da notazioni scientifiche puntuali, alcuni aneddoti e molte stimolanti riflessioni. Non solo un manuale, quindi, ma molto di più.
Il libro mi è piaciuto. Molto.
Alla fine sono anche andato alla presentazione, incuriosito dal personaggio ed attratto da alcuni paralleli personali (la sua famiglia proviene da una zona che conosco bene e Maric andava in vacanza al mare a pochi chilometri da dove anch’io ho passato le estati dell’infanzia).
Così in un tardo mercoledì pomeriggio mi sono trovato in faccia al Duomo di Milano ad ascoltare la più curiosa presentazione di un libro cui mi sia capitato di partecipare.
A tenere banco Marco Bianchi, scienziato del cibo, autore della prefazione e “mentore” letterario di Maric (anche se è curioso pensare a Marco come mentore di Mike viste le età).
Sono due amici e l’intera presentazione è filata via come una serata in compagnia intorno al tavolo della cucina. Uno che faceva i complimenti all’altro, che a sua volta si schermiva e rilanciava sul primo.
E poi una serie di applausi e ringraziamenti ai molti amici presenti in sala, da Igor Cassina in poi si contavano svariate medaglie olimpiche e titoli iridati nelle più diverse discipline sportive.
Chiudo con una riflessione che prendo a prestito da La scienza del respiro.
Se è vero che siamo quello che mangiamo è anche vero che quello che respiriamo e il modo in cui lo facciamo influisce sul nostro equilibrio.
La parola chiave è – come sempre – consapevolezza.
E questo manuale aiuta in modo piacevole a raggiungerla anche per quell’atto che compiamo inconsciamente 20.000 volte al giorno.
La scienza del Respiro, Mike Maric
Edizioni Vallardi, pag. 221, euro 14,90
PS una quota del prezzo di copertina è devoluto alla Fondazione Umberto Veronesi