L’aria leggera e lo spirito dis’ciules

Ieri sera prima uscita stagionale con il gruppo dis’ciùles.
Per i non-milanesi, la parola “dis’ciùles” in dialetto ha un significato ampio.
L’accezione più comune è equivalente a “datti una mossa!” ma il significato più profondo è “arrangiati” o ancora meglio “cavatela con le tue forze”.
Insomma più un precetto spirituale (pur reso greve dalla pesante ironia ambrosiana) che un incitamento.

Il gruppo Dis’ciùles è nato da una mia idea.
Amici che si trovano in una sera infrasettimanale, prendono la macchina e vanno verso le montagne, fanno un giro più o meno lungo, mangiano tutti assieme e verso mezzanotte tornano a casa.
Si chiama così, perché è animato da un precetto semplice: ognuno deve cavarsela da solo, non ci sono leader, non ci sono organizzatori, non ci sono aiuti.
Credo sia il modo migliore per abituarsi ad andare in montagna.

Ma torniamo a ieri sera.
Essendo la prima uscita abbiamo limitato il percorso.
Un anello nella splendida faggeta del parco Valentino (a Pian dei Resinelli) proprio sotto la Grignetta.
In tutto abbiamo fatto 7 chilometri e salito 400 metri di dislivello.
Con una sosta imperdibile al belvedere da cui si ammira Lecco, Valmadrera, i Corni di Canzo e i mille laghi che impreziosiscono il paesaggio.

gruppo disciules
Dopo l’uscita, eccoci al più classico dei terzi tempi: si discute delle prossime uscite al rifugio SEL (ph Ippolito Alfieri)

Poco prima che scendesse il buio eravamo già pronti con le gambe sotto al tavolo al Rifugio SEL, dove tra formaggi e chiacchiere, pizzoccheri e risate (rese più facili da qualche bicchiere di vino) abbiamo tirato tardi in compagnia di Mauro, il gestore del rifugio.

Una bella serata che bisseremo tra 15 giorni (qui il programma completo delle uscite).

Ma il punto è un altro.
Ripetevamo un anello che prevedeva un tratto in leggera salita, il belvedere, un’altra salita leggermente più impegnativa, una bella discesa liberatoria.
C’erano 12 gradi, l’umidità nel bosco era parecchia, eppure l’aria era leggera nei polmoni.
Sembrava quasi far diminuire la fatica.

Reduce dall’allenamento di due giorni fa al Parco Sempione in cui mi sembrava di pesare un quintale e di dover correre nelle sabbie mobili, ieri sera mi sembrava di volare.
E la sensazione era impagabile!
Non so se fossero i 1200 mt di quota, l’ambiente nel quale correvamo, o semplicemente che fossi in uno stato migliore, ma è stata una di quelle uscite in cui ti ricordi il motivo per cui hai iniziato a correre.

Grazie quindi ai miei compagni di allenamento di ieri sera.
Valentino batte Sempione 1:0

PS per chi se lo chiedesse: le crew di almosthere ASD (la mia società) hanno tutte un numero in dialetto che storpiato dà loro il nome. C’è il gruppo “7’giò no” (Se(n)tes giò no, non sederti) e il nostro il “10’ciules” (Di(e)s ciules) oltre al D41! (che si legge DAI!). Sì, siamo un po’ strani….