Riccardino

Dopo averlo snobbato, ho acquistato Riccardino di Andrea Camilleri. Ecco la mia recensione, ma vi anticipo che è stato subito amore

Voglio parlarvi di un grande amore, della sua fine e di un ritorno di fiamma.
Considero Andrea Camilleri uno dei grandi autori italiani. L’ho conosciuto a metà degli anni Novanta, quando iniziai a leggere la fortunata serie del commissario Montalbano. Credo che il primo fosse La forma dell’acqua.

Divenne in breve una droga e, come capita quando incontri una vecchia serie tv e puoi vedere molti episodi di seguito, mi beai dell’incredibile produzione di quell’autore.

Mi piaceva tutto. La dimensione dei libri (la collana blu di Sellerio e quella piccola di Adelphi hanno sempre risvegliato il collezionista che c’è in me); il tono scanzonato del protagonista, la sua ribellione alle convenzioni, la passione per il cibo, il suo essere profondamente umano; e poi adoravo la lingua, un italiano ricercato e preciso, impreziosito da alcune parole in dialetto o, ancora meglio, dall’uso dialettale di alcune parole italiane (ad esempio magari, usata nell’accezione di anche).

Poi venne la serie televisiva, con Zingaretti a dare carne a Montalbano. Una sintesi perfetta. Credo che sia impossibile leggere Camilleri senza immaginare l’attore o vedere un film con Zingaretti senza immaginare la parlata di Montalbano.

Nel frattempo avevo letto anche gli altri libri, quei romanzi storici di cui Camilleri va fiero, come La concessione del telefono o Il birraio di Preston, e mi erano piaciuti persino di più… così, un po’ alla volta, come un amore che giunge al suo apice e poi sfiorisce in routine, mi sono annoiato e l’ho abbandonato. Ho smesso di acquistare ogni suo libro pensando che non aveva più nulla da dirmi.

Un paio d’anni fa ci siamo rincontrati per caso.
Un amico mi consigliò Km 123, edito dalla Mondadori. Un giallo strano, non tanto per la storia ma per come era scritto. Miscelando con sapienza sms, rapporti di polizia, brani di conversazioni, raccontava una storia per frammenti lasciando al lettore il piacere di ricomporla.

Mi piacque, ma non abbastanza per farmi ricadere nel trip di Camilleri.

Poco dopo, nel luglio del 2019, Camilleri morì.
Ovviamente, come sempre accade quando un grande scrittore muore, si susseguirono i coccodrilli, le recensioni sperticate, le ripubblicazioni dei romanzi. E come sempre accade in questi casi, io me ne stetti alla larga.

E mi persi una chicca.
Sellerio pubblicò Riccardino, un romanzo della serie di Montalbano, “L’ennesimo” pensai io, ma mi sbagliavo.

Riccardino

Camilleri scrisse Riccardino nel 2005 e lo rimaneggiò nel 2016, lo mandò all’editore chiedendo specificatamente che fosse pubblicato postumo. Una sorta di testamento…
Questo particolare mi ha incuriosito così, nei giorni scorsi, l’ho ordinato e, finalmente, letto.

E’ un piccolo capolavoro. Se non lo avete ancora letto, fatelo subito…

Iniziamo dalla cosa più scontata: è una classica storia di Montalbano, trama immaginifica e personaggi caratterizzati con la solita maestria.

La lingua è mutata.
Il dialetto ha preso il sopravvento. Per leggerlo ho impiegato il doppio del tempo che impiegherei per qualsiasi altro giallo. Restavo invischiato nelle parole, mi obbligava ad un’attenzione che di solito riservo ai saggi.

Ma mi ha ripagato in toto per la musicalità di quella lingua.
Non è difficile da seguire, anzi. Ti seduce con i suoi suoni meridionali, ti porta via con se, è davvero un piacere nel piacere.

Infine, l’ultimo affascinante aspetto, è che diventa multidimensionale.
Come dicevo, è esperienza comune leggere la storia di Montalbano ed immaginare Zingaretti che lo interpreta. Bene, Camilleri gioca su questo fatto e contrappone il Montalbano vero (quello inventato da lui) con quello televisivo. E come se non bastasse, a metà libro (non preoccupatevi non ci sono allarmi spoiler) fa apparire anche se stesso, con il pomposo nome di Autore, che dialoga con il suo personaggio.

La storia diventa quindi un pretesto per ragionare sul complesso rapporto tra scrittore e personaggi. Nulla è banale. Ogni capitolo contiene una riflessione, una frase, una perla di saggezza.

Camilleri se n’è andato lasciandoci Riccardino in dono.
E questo, invece che aiutarci, ci farà sentire ancor di più la mancanza della sua penna.

Riccardino
Andrea Camilleri
Sellerio Editore
288 pagg. / 15,00 euro

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