Definizione geometrica del segmento (vecchie reminescenze del liceo scientifico):
“una parte di retta delimitata da due punti, detti estremi”.
Definizione geometrica di un tracciato di gara:
“una parte di un percorso delimitata da due punti, detti partenza e traguardo”.
Si parla molto, anche a sproposito, della linea del traguardo.
In qualche modo è naturale che sia così: tutti puntano a quella linea fin dagli allenamenti.
Diventa un po’ l’obbiettivo comune, viene mitizzata, fatta oggetto di desideri.
Spesso è usata come metafora per una serie di accadimenti nella vita di ogni giorno: “Continua a studiare che il traguardo è vicino”, “Non mollare adesso, l’ultimo chilometro prima del traguardo è il più difficile da fare e il più dolce da ricordare” e via con la retorica…
Ma la sorella gemella, la linea della partenza, invece, viene trascurata.
Sì certo, possiamo trovare alcune citazioni famose anche per quella.
“Il primo risultato è arrivare sulla linea di partenza” che vuole ricordarci come l’allenamento è parte integrante della gara.
Oppure “Ogni grande viaggio inizia con il primo passo” che anche se non cita espressamente quella linea, almeno su di essa si svolge.
Ma la linea della partenza è molto di più.
E’ la porta che spalancandosi ti lancia in una nuova avventura.
E’ l’origine da cui tutto comincia.
E’ il luogo di ritrovo per i dissennati ed i coraggiosi.
Io sono convinto che, almeno nelle gare lunghe, la vera differenza non stia tanto tra coloro che arrivano al traguardo e quelli che invece si fermano lungo la strada, ma tra coloro che osano mettersi sulla linea di partenza e quelli che restano a casa.
Massimo rispetto per la scelta di ognuno.
Ma provo una naturale simpatia per coloro che hanno fatto proprio il motto di Norman Vaughan che diceva “Dream Big and Dare To Fail” ossia “Sogna in grande, e osa fallire”.
E a tutti loro, specialmente a quelli che domenica saranno con me a Courmayeur sulla linea di partenza del Tor des Geànts, auguro buon viaggio…