Anche ieri, come spesso mi è accaduto negli ultimi mesi, quando vado ad allenarmi con gli amici del martedì al Parco Sempione, si ripete lo stesso scenario.
Ci cambiamo, partiamo al piccolo trotto da casa verso l’Arena Civica.
– oggi tranquilli, neh!
– ma certo, anzi sono ancora stanco dall’allenamento di ieri
– dillo a me che non corro da una settimana!
… e poi si parte come degli sciamannati.
Così, mentre faticavo dietro a loro correndo intorno al parco, mi interrogavo sui vantaggi di allenarsi con questo gruppo.
Da un punto di vista fisiologico, il fatto di essere portati a correre a ritmi più alti dei tuoi è uno stimolo sicuramente utile.
Ma è l’aspetto mentale che mi sembra predominante.
Ogni martedì che corro con Gianluca e company, mi rendo conto di quanta strada debba ancora fare per rientrare in uno stato di forma accettabile.
Gianluca, che potrebbe agevolmente andare a 4’15″/km corricchia sereno a 5’15” al mio fianco e chiacchiera chiedendomi le ultime novità.
Io giocandomi un polmone provo a rispondergli e, nel mentre, continuo a correre ad un ritmo che oggi per me è sfidante.
Ho letto su Internazionale un articolo illuminante di Oliver Burkeman, L’illusione di essere speciale, nel quale fa riflettere su come nella società odierna, ognuno di noi è portato a credere di essere in qualche modo unico. E come questo sia profondamente errato: la stragrande maggioranza di noi è “normale”, il riconoscerlo ci pone al riparo dalla depressione del vivere alla parenne ricerca di uno status migliore.
La sagezza dei nonni riassume questo concetto nell’adagio Chi si accontenta gode.
Correre al martedì con gli altri mi rende evidente che non solo sono assolutamente normale ma che probabilmente, almeno podisticamente parlando, sono sub-normale.
Insomma un salutare bagno d’umiltà…
Ho allungato per raggiungere Giovanni e condividere con lui questo pensiero, ma era impegnato a chiacchierare con Daniele Nardi (il famoso alpinista).
Allora mi sono girato verso Simone Leo che, in preparazione alla Badwater, raccontava a Marina Graziani di come si apprestava a fare 200 km quella settimana.
Gianluca e Nik si stavano sfidando nella classica volata degli ultimi duecento metri… e io ho aspettato il Buzz per decidere dove saremmo andati a cena.
Godendomi il privilegio di essere normale.