Non mi resta che scegliere

E io che mi facevo beffe degli accumulatori compulsivi mentre facevo avanti e indietro dalla ricicleria con l’auto piena di cose che stavo lasciando…

Ieri ho messo ordine nella mia nuova casa.
E aprendo le varie scatole ho scoperto, quasi a sorpresa, che mi ero scordato di quante scarpe da running possedessi.
A parte un paio che uso per fare i lavori in giardino, tutte le altre sono scarpe nuove o quasi nuove, comunque tutte che posso tranquillamente usare per correre.

scarpe running
Allineate come soldatini alla parata, pronte ad esssere calzate: dove andiamo oggi?

Nove paia, alla doppia cifra credo che scatti automaticamente l’appuntamento dallo psicologo.
Un bel record per me che, di scarpe “da civile”, ne ho solo due paia, quello da giacca e cravatta e l’altro.

D’altronde, e so che molti di voi mi capiranno, c’è il paio da asfalto, quello da allenamenti lunghi – e ho finito le scarpe normali ed iniziano quelle da trail – quello super leggero e “preciso” che uso per i percorsi sassosi, quello più “ciabattoso” che prediligo nelle lunghissime percorrenze, quello tiene da paura quando il terreno è bagnato… e via dicendo.

Le ho messe in fila sul terrazzo di casa, per fotografarle e per fare la conta.

Allineate come soldatini in una parata militare sembravano osservarmi e chiedere: dove andiamo oggi?

Così mi è venuta voglia di rimettere su un paio che non usavo da un po’ e sono andato a fare un giretto nel bosco, tanto per riassaporare le vecchie sensazioni.

E’ una delle tante sindromi che affliggono noi che corriamo.
Alzi la mano chi a casa non ha almeno un paio di scarpe di troppo; scarpe che potevano restare sulla scaffalatura del negozio ma…