Un week end all’insegna delle escursioni rubate.
Sabato mattina ho tagliato l’erba al prato, così sono uscito solo all’una per andare a correre.
Ho scelto un’escursione lampo sulla cima del Monte Zerbion.
Sono salito spingendo dal primo all’ultimo metro e sono sceso correndo.
(Le gambe alla sera ce l’avevano un bel po’ con me).
Salendo, avevo incrociato al Col Portola un signore che scendeva. L’avevo notato perché era vestito come il tricolore: pantaloni verdi, maglia bianca, zaino rosso.
Scendendo l’avevo scorto da lontano ed avevo accelerato per raggiungerlo (solito discorso di mettersi degli obbiettivi per riuscire a spingere un po’ di più).
Superandolo in discesa mi preparavo a salutarlo, quando ho notato che stava parlando ad alta voce.
Ora, capita spesso anche a me di parlottare mentre percorro in solitaria un sentiero, ma si tratta più che altro di pensieri mormorati a mezza voce, non di discorsi fatti e finiti enunciati con voce stentorea!
Il mistero è stato svelato quando, superandolo, ho intravisto l’auricolare e ho capito che stava parlando con un amico al telefono.
Parlavano di traslochi e di gru, di tariffe e di consigli su chi chiamare.
L’ho salutato con un cenno della mano (cui mi ha risposto ad alta voce immagino stupendo il suo interlocutore) ed ho continuato a correre fino al parcheggio.
Ho bevuto, ho cercato un posto per andare in bagno e mentre mi cambiavo, soddisfatto del mio allenamento, l’ho visto arrivare e dirigersi alla macchina parcheggiata a fianco alla mia.
Era ancora al telefono, sempre con la stessa persona (avevo sentito che si chiamava Mario), ma parlavano di una cena a cui l’amico era invitato.
Sorridendo l’ho salutato e sono partito.
Uno degli aspetti che amo di più della montagna è la possibilità di scollegarsi dal mondo: vivere solo il momento e dimenticare quello che succede altrove.
Porto sempre con me il telefono come uno strumento di sicurezza, ma lo uso soprattutto per fare foto.
Amico tricolore che hai passato un’ora della tua gita conversando con Mario come se fossi al bar, magari la prossima volta invitalo a venire con te.
La montagna va goduta, in solitaria o in compagnia, ma di certo non al telefono.
Post Scriptum domenica ho rubato un’altra uscita: dopo una giornata passata a pulire da rovi ed erbacce la stradina che porta a casa mia, alle 17 sono partito per un’altra escursione. Tre ore e mezza all’imbrunire possono regalarti scorci inattesi.
Ad esempio il Lago della Serva alle 20, che ho immortalato con il cellulare (allora sì che è utile!)