La nostalgia

Oggi sul Corriere della Sera, Angelo Polito racconta di The Post, il film di Spielberg con Tom Hanks e Meryl Streep [un bel film, ma questa è un’altra storia NdA].

Lo fa con toni nostalgici. Parla (con cognizione di causa) di linotypes e rotative, di proto e di veline, accompagna i lettori in un viaggio della memoria. Di quando i giornali erano importanti, di quando le redazioni vibravano non tanto per le rotative ma per la passione che animava la Stampa, quel Quarto Potere che la storica sentenza della Corte Suprema dichiarò essere al servizio dei governati e non del governo.

Il pezzo è bello e tocca il cuore di chi è vissuto in quegli anni ruggenti. Ma si scorda di citare l’unico degli strumenti (ahimé in disuso) che sarebbe utile ancor oggi: l’inchiesta giornalistica.

Vivo e lavoro nel mondo della carta stampata e non mi capacito di come si faccia così fatica a comprendere che una Stampa impicciona e con la schiena dritta sia la vera protagonista del film di Spielberg.

In Italia i giornali sono un amplificatore del pensiero debole di una classe politica che confonde ideologia e marketing, linea politica e demagogia. Possibile che a nessuno venga voglia di fare domande scomode a questi signori?

The Post celebra un certo tipo di giornalismo, non la tecnologia dei bei tempi andati.

E con buona pace di Polito, io ho nostalgia di quello…