La corsa e lo star bene

Sabato sono partito dai piedi del Monte Bianco e sono andato a Rimini.

L’occasione era l’UlisseFest, il festival del viaggio (e del viaggiatore) organizzato dalla Lonely Planet Italia e il tema di cui avrei parlato, stimolato da Denis Falconieri e confrontandomi con Franco Faggiani, era “la corsa come modo per esplorare nuovi orizzonti”.

Sabato sera mi sono immerso nel clima del Festival, ho assistito ad alcune interessanti relazioni, ho conosciuto viaggiatori di tutti i tipi, e alla sera – come prevedibile – ho fatto davvero tardi in compagnia di alcuni autori delle guide Lonely Planet.

Tutto questo lungo preambolo per dire che domenica mattina mi sono svegliato tardi e sono uscito a correre sul lungomare verso le 7.

rimini
La riviera adriatica a Rimini (ph Franco Faggiani)

Ho incontrato decine e decine di persone che correvano. Persino più di quelle che passeggiavano con il cane o andavano in bicicletta. E la cosa mi ha davvero sopreso.

La corsa, come sport agonistico, è in leggero calo. Nel 2018 i runners che hanno concluso una maratona sono di meno di quelli del 2017 (dopo anni di trend in crescita). Anche le gare vanno diminuendo: complice la difficile congiuntura economica, parecchie manifestazioni hanno dovuto trasformarsi in biennali o, addirittura, chiudere.

Eppure lì, lungo la striscia sottile tra strada e sabbia, c’erano numerose persone che sembravano provare il contrario. 

Però, e credo sia questa la risposta all’apparente paradosso, i veri runners, quelli con la falcata distesa, il ritmo elevato e lo sguardo concentrato, erano una sparuta minoranza. E correvano da soli.

La maggior parte di quelli che incontravo, invece, viaggiava a coppie. E chiacchieravano tutto il tempo.
Due signori anziani con la maglietta della Rimini Marathon, che se la raccontavano mentre procedevano lentamente.
Due amiche apparentemente 30enni, una parecchio più “formosa” dell’altra, che alternavano corsetta e passeggiata veloce.
Un padre ed una figlia, lui con un tutore al ginocchio lei con un completino fluorescente all’ultima moda.
Tre ragazzini (!), avranno avuto 13/14 anni, con una divisa da calcio, che andavano a scatti e sussulti, senza tenere una linea retta.
E ovviamente coppie vere e proprie, di ogni età, lui più veloce che aspettava lei, lei più in forma che regolava il passo su quello di lui… con l’unico scopo di stare insieme.

Insomma un vero e proprio universo in movimento. Che allargava il cuore.

La corsa fa star bene o meglio, la corsa (senza esagerare) fa star bene.
E questo lo si inizia a capire a tutti i livelli.

Sono tornato in albergo ed ho incrociato un’altra coppia che si apprestava ad uscire a correre.
Erano stranieri (tedeschi credo), lei magra ed alta, una maglietta tecnica rosa e un pantaloncino a righe, lui su una sedia a rotelle motorizzata.
Sono tornati mentre facevo colazione, rilassati e sorridenti.

Correre fa davvero stare bene.