A volte corro piano

Ieri sono andato ad assistere alla presentazione di un libro uscito solo 15 giorni fa.

Lo avevo letto in anteprima,
Patrick Trentini, l’autore, mi aveva contattato per un parere preliminare, quando il libro era ancora un manoscritto in fase di editing da parte della casa editrice (Reverdito).

Tendenzialmente non leggo manoscritti, ma in questo caso mi aveva colpito il progetto.
Patrick è un pianista che corre.
Di solito si esprime componendo brani musicali, in questo caso aveva scelto di scrivere (era il suo primo libro) e di accompagnare ogni capitolo con un brano in un nuovo cd allegato al libro.

Parole e musica.
In pratica due dei linguaggi che amo di più, mescolati per convogliare delle storie sul terzo linguaggio che prediligo: la corsa…

A volte corro piano, già dal titolo svela il senso.
Racconta l’esperienza di Patrick Trentin, il musicista, il runner, l’uomo.

Ieri alla presentazione ero curioso di conoscerlo personalmente, di vedere se il personaggio che mi ero creato in mente leggendo il libro era lo stesso che avrei incontrato.

Patrick era reduce dalla 100km del Passatore.
La sua prima 100, e l’esperienza aveva lasciato il segno.

E ho ritrovato la stessa persona che era uscita dalle pagine.
Secondo Patrick, è proprio questo quello che cerchiamo nella corsa.
Delle cicatrici che diano senso a quello che siamo.
Delle esperienze significative e sfidanti, che ci permettano di prendere le misure di noi stessi.

Leggete il libro mentre ascoltate in sottofondo la sua musica.

Trasmette passione.
Trasmette a tutto tondo il carattere dell’autore: un uomo determinato, abituato a imporsi una disciplina rigida (non è un caso che si cimenti anche nelle arti marziali), un uomo che sceglie dove andare ma ha l’umiltà di farsi guidare dal proprio destino.

PS: per tutti quelli che pensano “Non se ne può più! Un altro libro sulla corsa…” Abbiate fede, si parla di musica, di corsa, di umanità… sono 19 euro davvero spesi bene

Di seguito il booktrailer: