Effetto menù pizza

Oggi sul Sole24ore c’è un articolo sulla produzione di libri in Italia (ecco il link) che si riferisce al 2018. Scopriamo così che in quell’anno sono stati pubblicati ben 75.758 libri (che significa quasi 210 libri al giorno, feste comprese).
Se analizziamo meglio, i nuovi titoli sono “solo” 128 al giorno (il resto sono ristampe e riedizioni).
Voi direte, ma ci sono anche i testi scolastici… vi sorprenderà scoprire che i testi scolastici rappresentano solo 27 dei 210 libri prodotti ogni giorno.

Di fronte a numeri così grandi, e sapendo che i lettori in Italia sono pochissimi, mi viene spontaneo chiedermi se davvero ha senso questa produzione smodata.

libri

Io, che vado in libreria almeno una volta alla settimana e che leggo mediamente oltre 60 testi all’anno (sì, spendo più di libri che di riscaldamento), sicuramente non riesco a visionare (non dico leggere) le quasi 1000 nuove proposte alla settimana.

Fortunatamente posso escludere a priori una serie di prodotti che non mi interessano (la maggior parte degli instant book, tutte le trasposizioni in libro di eventi o personaggi televisivi, la maggior parte delle strenne natalizie ecc) ma rimane una mole impressionante di libri che molto probabilmente mi sfuggiranno.

E’ come andare in una pizzeria.

Se il menù ha due pagine di pizze, sceglierò tra esse.
Se ne ha 5 o 6, impiegherò dieci minuti e sceglierò preso da mille dubbi.
Ma se ne avesse 40 o 50 ordinerei un’ortolana o una margherita senza consultare il menù.

Un altro dato interessante che si evince dall’articolo è il numero di editori.

In Italia nel 2018, ben 1.564 editori hanno pubblicato almeno un libro.
Più precisamente, 800 di loro hanno pubblicato da 1 a 10 libri, circa 530 ne hanno pubblicati da 11 a 50 e solamente i restanti 234 hanno pubblicato più di 50 libri.

Quindi il 15% degli editori ha inondato il mercato con l’80% dei titoli.

Se lo fanno vuol dire che ci guadagnano. Perché l’editore, ormai, è un lavoro come tutti gli altri.

(E qui mi correggo, fare il Grande Editore è un lavoro come tutti gli altri, per i piccoli c’è ancora uno zoccolo duro di appassionati che lo fanno per vocazione, per fare cultura.)

Ma l’impatto di questa produzione esagerata sul mercato è devastante.

Una scelta così ampia (a scapito della qualità, ovviamente) non genererà nuovi lettori, anzi tenderà ad allontanarli.

Accontentare tutti i gusti va bene, ma fare dei prodotti di qualità mediocre per soddisfare dei gusti mediocri è un grave errore.

Per restare al parallelismo con il mondo della ristorazione, va benissimo che ci siano i Cracco, gli Oldani insieme alle trattorie, alle pizzerie e persino ai McDonald’s. Ma sarebbe un errore madornale se da Cracco servissero gli Happy Meal e in trattoria proponessero delle bottiglie di vino da 60 euro.

Perché in libreria è diverso?

Anno nuovo, vita nuova

Si dice “anno nuovo, vita nuova”, ma in questi giorni sono felice perché ho finalmente ricevuto la mia nuova libreria.

Quando mi sono trasferito in montagna, ho lasciato migliaia di libri (e non è un’iperbole) a Milano, selezionandone poco più di un centinaio. Pensavo di poter ridurre anche questi compagni di viaggio, nella mia ricerca dell’essenziale.

Ma ho fallito.
Ed oggi sono felice di aver tanto spazio per accoglierne di nuovi.
Libri di carta che si sommano agli ebook.

libreria nuova di Emarese

Quindi oggi dico: “Libreria nuova, vita nuova”.

Perché è un po’ così.
I libri punteggiano la nostra vita, sono riflessi di stati d’animo momentanei.
Ci ricordano momenti di vita e ci accompagnano attraverso altrettanti momenti.

E’ un inverno strano.  Caldo.
Stamattina mi sono alzato con quasi 4 gradi sopra zero e quando sono uscito a correre all’ora di pranzo ce n’erano più di dieci.
La Natura sembra non avvedersene.
Sonnecchia anche se non c’è la solita coltre di neve.
Gli arbusti sono spogli, l’erba è di un verde smorto.
Eppure si percepisce che non è morta, ma sta dormendo.

Le feste (e la mia abituale pigrizia natalizia) mi hanno appesantito.
Adesso si tratta di darsi da fare.
Come al solito, siamo noi quelli che decidiamo come sarà questo 2019.

A proposito, buon anno a tutti.