Lo spirito del Natale

Natale ha due facce, una commerciale e una profonda, io ho sempre sbeffeggiato la prima ma così facendo rischiavo di non cogliere la seconda. Quest’anno qualcosa è cambiato…

Scrivo queste poche righe sull’onda lunga di quanto mi sta succedendo in questo giorni.
Qui in Valle d’Aosta ha nevicato e sta nevicando. Dopo un’estate di siccità e un autunno di temperature altissime, finalmente le cose sembrano tornate alla normalità con il termometro vicino allo zero e le montagne imbiancate.

È iniziato tutto alcuni giorni orsono. Dopo una notte di neve, verso le 11 di un mattino passato avvolti dalle nubi, in lontananza, ad ovest, uno squarcio di cielo azzurro mi ha permesso di vedere il Monte Bianco. Poi, piano piano, il cielo si è aperto anche sopra la valle centrale e ho visto il crinale del monte di fronte a casa. Tutti gli abeti che coprono quel versante erano bianchi di neve fresca e il sole, illuminandoli, donava loro una splendida brillantezza.

Sembra una foto tratta da una rivista, una perfetta cartolina natalizia.

Il mio rapporto con il Natale è pessimo. E ammetto che larga parte della responsabilità è mia.

C’è chi vive il natale (con la enne minuscola) come uno spot pubblicitario: acquisti compulsivi, regali e fiocchi, musichette sdolcinate, cibo in abbondanza, luci colorate e abeti artificiali, grassi uomini con barbe bianche e abiti rossi che si affannano ad impressionare dei bambini per la strada e una sequela di film orrendi che imperversano su tutti i canali della televisione.

Beh, io mi ergevo a censore di queste storpiature commerciali, guardavo con commiserazione questa gente, quasi con pietà. E preferivo affermare con forza il mio distacco da queste situazioni, chiudendomi in uno sdegnato rifiuto della festività.

Ma così facendo ignoravo quell’altro Natale, quello con la enne maiuscola, quello fatto di sorrisi e di abbracci, fatto di rivedere la famiglia lontana, fatto di silenzi incantati, di dolci tradizionali e di scambi di gentilezze.

Quest’anno, come dicevo, qualcosa è cambiato.

luci di Natale

È iniziato con lo squarcio azzurro sulla montagna innevata. Poi ci sono state le riunioni con gli amici della Pro Loco per organizzare le attività natalizie del paese: il vin brulè dopo la messa di Natale, i regali per i bambini e gli anziani, il giro delle case per gli auguri. Infine, tra il sette e l’otto dicembre, ho vestito a festa la mia casa, aggiungendo le luminarie su tetto e balconata, e trasformandola in un’altra cartolina di Natale.

Adesso pregusto il tour attraverso l’Italia del Nord che mi condurrà a Trieste, vicino ai miei fratelli, alla fine di questo 2022 che ci ha portato via entrambi i genitori. E a Bergamo, vicino a Diana, la mia nipotina, figlia di mio figlio, nata ad Ottobre che vivrà il suo primo Natale. Per poi rientrare qui, vicino alle persone con cui passo la mia vita.

Ogni giorno ascolto musica, scegliendo in base al mio umore o all’estro del momento. In questo periodo ho iniziato a scegliere brani musicali natalizi, a volte cercando quelli particolari, come A fairytale of New York di The Pogues o la versione di Santa Claus is coming to town di Bruce Springsteen che mi ha fatto scoprire Cristina, o persino la versione di White Christmas realizzata da Zucchero per la Barilla…

E anche oggi, mentre la neve scende e la stufa scalda la stanza, ho il cuore caldo di un’emozione che non provavo da anni. Credo che sia tornato in me lo spirito del Natale. Ed è una bellissima sensazione.

Post Scriptum: non credo che riuscirò lo stesso a guardare i film panettoni alla televisione, ma pregusto il concerto gospel cui assisterò la prossima settimana…

Ascolta “Lo spirito del Natale” su Spreaker.

La neve

Solo con la neve si può conoscere il vero spirito della montagna. La neve che tutto cambia e tutto rende magico.

Solo quando c’è la neve, la montagna è davvero montagna.
E’ bella sempre. Ma se vuoi conoscerla nella sua vera essenza, allora devi frequentarla quando c’è la neve.

Dicono che il popolo degli inuit abbia decine di nomi per la neve, perché non si può imprigionarla in un solo termine.

La neve cambia l’atmosfera.
Nel momento in cui scende attutisce i suoni, modifica gli odori, sovverte il mondo che conosciamo.

Fatichiamo a riconoscere i passaggi usuali, i profili delle cose, i panorami soliti.

E una volta caduta, a seconda della quota e della temperatura, è compagna di giochi, avversaria nella progressione, aiutante nel districarsi nei labirinti dei sentieri.

camoscio nella neve
Un camoscio cerca il cibo in uno splendido scatto di Massimo Arcaro

A me piace la prima neve d’autunno che anticipa l’inverno.
E’ come l’avamposto di un esercito colonizzatore. La Natura le si ribella furiosa, cerca di scrollarsela dalle spalle, ma già sa che la battaglia è persa.
Da nord arrivano nuvole che copriranno con il loro bianco carico le pendici e inviteranno così il bosco al letargo.

E mi piace la neve tardiva di primavera. Quella che scende quando ormai i fiori sono apparsi nei prati e le gemme impreziosiscono i rami.
E’ una neve timida, gonfia di acqua, pronta a sparire nel volgere del mezzo giorno.

Amo la neve al suolo tra gli alberi, percorsa dalle tracce degli animali che scendono verso valle a cercare cibo.
E’ una mappa precisa delle loro abitudini. Ecco lo zampettare del corvo; i balzi a piè pari delle lepri; il trotterellare delle volpi e dei tassi. L’elegante incedere del camoscio che cerca le prime foglie sui rami bassi degli alberi.

La neve ignora noi uomini che pure così tanto la veneriamo.
Scende copiosa e tutto copre. Scalda le piante addormentate e le protegge dagli artigli del gelo ma se non la temi e non ti proteggi, diventa un sudario.

Così effimera.
Così volatile.
Così inesorabile.


Post Scriptum: ne avevo già scritto qui

Una cosa nuova

Lo volevo fare da tempo e un po’ per la pigrizia, un po’ per la mancanza di occasioni, un po’ perché l’elenco delle cose che vorresti fare supera il numero delle ore a disposizione, non era mai capitato.
Invece questo fine settimana, complice Denis Falconieri che mi ha coinvolto, ho per la prima volta fatto un’uscita di sci alpinismo.

Niente di speciale (anche perché io non indossavo gli sci da discesa da almeno 20 anni, forse più), siamo saliti nel bosco e siamo scesi su pista.
Percorso non impegnativo e giornata stre-pi-to-sa!

Siamo partiti prestino, così da essere in ombra per buona parte della salita ed evitare la ressa di Sant’Ambrogio in discesa.

Sci Alpinismo a Pila

E’ stato bello.
Certo un po’ faticoso a salire, ma ero così concentrato in quello che facevo (ed avevo così paura della discesa) che la fatica l’ho sentita poco.

Quando, bloccati gli attacchi, ho iniziato a sciare sono riaffiorati i ricordi dei movimenti e sono sceso. Magari a spazzaneve per i primi tratti, sicuramente non bello da vedere e sicuramente lentissimo, ma sono arrivato in fondo.

Insomma, esperienza da ripetere.

Ma c’è un corollario a questa esperienza.
Quando siamo partiti ho automaticamente impostato il gps, come faccio ogni volta che vado in montagna, e al momento di selezionare l’attività ho scelto “scialpinismo”. Era la prima volta che mi capitava e mi ha dato una scossa.

Quando era stata l’ultima volta che avevo fatto qualcosa di nuovo?

Tutta la giornata è stata così all’insegna del provare cose nuove: dagli sci che sono molto più tecnici al modo di usarli (in salita).

Rinnovarsi e sperimentare.
Sono sempre stato convinto che fossero le chiavi per mantenersi attivi. Ma forse negli ultimi anni me ne ero un po’ dimenticato.

Oggi, grazie a questa bella uscita, ho riprovato la sensazione di fare qualcosa di nuovo. E ne sono tornato carico di energia…

La neve

C’è un silenzio speciale quando nevica.
Non solo la Natura tace, ma è come se le onde sonore non riuscissero a viaggiare tra i fiocchi di neve.

Eppure, in questo silenzio speciale, riesci a sentire il leggero crepitio causato dal posarsi di ogni fiocco sul manto che ormai copre il giardino.

C’è una luce speciale quando nevica.
Di giorno una specie di lucore diffuso, quasi giallo, preannuncia la neve. Poi quando i fiocchi iniziano a scendere, l’aria si fa tersa.

Emarese con la neve

E dopo la nevicata, tutto brilla.
Di giorno le montagne si stagliano candide contro il cielo che per contrasto appare di un azzurro sfacciato.
Di notte, la luce è amplificata dal candore del mantello nevoso. Ed è strana, perché viene dal basso invece che dall’alto, e modifica tutte le prospettive.

La neve altera tutti i nostri sensi.
L’aria sottile ti entra nelle narici e le rende più sensibili agli odori, come se risaltassero dallo sfondo.
Il freddo indirizzisce i tuoi polpastrelli e la neve farinosa sfugge alla tua presa. Oppure ti inganna, apparendo solida in superficie, ma appena appoggi il piede, la crosta ghiacciata si rompe e tu sprofondi.

La neve cambia anche le nostre emozioni.

Il Tempo sembra rallentare e tu acquisisci una calma speciale, quasi un distacco dalle cose che ti angustiano gli altri giorni.

La neve è la coltre sotto cui dorme la Natura.

Sotto la neve ho sepolto il mio cuore,
se tutto andrà bene a Primavera germoglierà.