…senza titolo

-10. Buffi rivoli di acqua scendono a bordo strada

-9. Le foglie rese viscide dalla pioggia non danno appoggi sicuri al piede

-8. Un gruppo di ragazzini dalle rosse divise corre e chiacchiera

-7. Il passo degli amici, sempre dietro all’inizio, sempre davanti alla fine

-6. Freddo. Le gambe sembrano intorpidite

-5. Perché la luce del lampione sembra non illuminare il segno dei 100 metri?

-4. Al ritorno non basta il tempo per rifiatare

-3. Le mani adesso sono bollenti

-2. Perché la testa si stanca sempre un po’ dopo il corpo?

-1. La doccia bollente

Finito.

Dieci ripetute in salita.

Cosa si impara dalle corse in montagna?

Se c’è una cosa che ho imparato dall’andare in montagna è stata quella di non sottovalutare mai una situazione, ma contemporaneamente non farmi mai pregiudizialmente condizionare da essa.
Con questo intendo dire che a volte le difficoltà che affrontiamo sono rese estremamente più difficili dalla paura che abbiamo di esse.

Prima di affrontare una salita io non mi chiedo mai cosa succede se non riesco ad arrivare in cima, non mi preoccupo di quanto tempo ci metterò a salirla. Penso solo che devo salire un passo dopo l’altro.

correre in salita

Molto meglio di me l’ha detto il 14° Dalai Lama, Tenzin Gyatso, che ha scritto su noi occidentali:
Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell’Occidente è che perdono la salute per fare i soldi e poi perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere né il presente né il futuro. Vivono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto.

Sia ben chiaro che io sono al 100% un uomo occidentale, incapace di non pensare al futuro. Rovino molte esperienze attendendo che succeda qualcosa dopo.
Ma dalle salite, dalla montagna, ho imparato a godermi il sentiero e non pensare all’arrivo.

Similmente per le difficoltà, è inutile pensare a quanto difficile sarà una cosa. Il problema si manifesterà e lo affronterò. Ma solo in quel momento, non la sera prima di partire o durante tutto il tempo dopo la difficoltà (avete presente? “Se non avessi sbagliato quella deviazione, chissà che piazzamento avrei ottenuto!”)

E tutto questo è stato un grande insegnamento.