Torna in libreria Gianrico Carofiglio con il suo personaggio più amato, l’avvocato Guido Guerrieri con tutti i suoi dubbi, le sue divagazioni, le sue preziose imperfezioni che ce lo fanno sentire vicino ed umano.
La storia è semplice: un ragazzo è stato condannato per un omicidio. A coinvolgere Guerrieri è la madre del condannato, vecchia fiamma dell’avvocato barese, che dovrà quindi difenderlo in appello provando ad instillare nei giudici il celeberrimo ragionevole dubbio.
Per Carofiglio è l’occasione per affrontare in parallelo due temi che lo appassionano.
Il primo, che è anche il motivo del titolo, è il Tempo e il suo scorrere.
Nelle parole di Guerrieri si riconosce anche la voce dell’autore che si interroga sull’invecchiare.
Il Tempo sembra eterno quando si è giovani ed è invece un’unità ben definita e veloce via via che si invecchia. La formula per ingannare il Tempo è continuare a cambiare, uscire dalla routine, ma così facendo si tendono ad anestetizzare le emozioni…
Il secondo tema è il rapporto tra la giustizia (intesa come insieme di apparato giuridico e apparato legislativo) e l’etica.
Carofiglio esplora ripetutamente questo tema, prima attraverso una lectio magistralis che fa pronunciare a Guerrieri di fronte ad aspiranti magistrati (un capitolo che da solo vale il libro) e poi spiegando fin nei dettagli come funziona il sistema giudiziario italiano (senza mai diventare professorale o noioso).
A contorno di questi temi scorre la storia e i soliti personaggi estremamente ben caratterizzati, dalla collega/amante di turno al gestore di un’improbabile libreria aperta solo di notte.
Gianrico Carofiglio è davvero bravo.
La sua prosa chiara ed avvincente evidenzia la lucidità del pensiero e la passione per l’approfondimento filosofico (in parte trattato esplicitamente attraverso il professore che cura la mente con la filosofia).
Peccato duri poco… avrei voluto ci fossero almeno altre dieci capitoli…
La misura del tempo
Gianrico Carofiglio
Einaudi, Stile Libero
288 pagg. / 18,00 euro