Il senso di scambiarsi dei doni a natale è molto più profondo che un mero esercizio di shopping compulsivo. E quest’anno ancora di più
Ha colto nel segno la pubblicità olandese di DocMorris (una casa farmaceutica) che in un bel video (che potete vedere qui) ha spostato l’attenzione dal regalo al gesto di donare.
Nello spot un signore anziano sembra concentrarsi su se stesso e prepararsi ad una qualche impresa sportiva o, ancor peggio, ad allenarsi ai fini estetici.
E’ buffo, per non dire ridicolo. Veste in modo antiquato e si allena senza criterio: ripete alla noia un gesto senza costrutto. Un po’ alla volta i vicini, che prima lo osservavano con una punta di sufficienza se non fastidio, inizano a preoccuparsi e chiamano la figlia che però non riesce a farlo desistere.
Il finale (che non vi svelo) offre una spiegazione non solo logica ma anche poetica di tutto quell’allenamento.
Il regalo a natale dev’essere questo.
Non un dono acquistato in fretta e abbandonato sotto un abete posticcio, ma un allenamento a pensare agli altri. Uno sforzo costante ad aver a cuore la felicità altrui.
Quest’anno il natale sarà molto diverso dal solito. Specialmente per chi, come me, vive lontano dalle persone che ama di più.
Sarà un natale di lontananza fisica e di vicinanza emotiva.
I regali, come nella pubblicità olandese, non saranno importanti: sarà importante sapere che qualcuno ha pensato a me per tempo. Che si è prodigato per cercare la cosa giusta e farmela avere, senza scoprire le sue carte.
Questo è il vero segno dell’amore. Questo è il vero dono che riceverò e che spero di saper ricambiare.
Ero a Milano, stavo percorrendo un controviale di corso Sempione alla ricerca di un parcheggio. C’era un furgoncino piccolo e scassato, con due ruote sul marciapiede e il portellone aperto. Rallentava il passaggio delle altre automobili.
All’interno del vano posteriore c’era un piccolo uomo, dai tratti sudamericani, affannato, sudatissimo, con gli abiti trasandati, che frugava tra decine di pacchetti che vagavano liberi nel furgone.
Dal pianale del furgone, un pacco oblungo scendeva in obliquo fermandosi sulla strada, dove altri pacchetti erano disseminati a terra in un caos che parlava di cadute recenti.
Il logo sulle scatole e l’inconfondibile nastro nero e azzurro palesavano la provenienza: Amazon (potere del marketing!)
Non mi fraintendete, questo post non è l’ennesimo sfogo contro l’incuria dei corrieri della società di Jeff Bezos.
Sono sicuro che: # 1. il corriere ha un contratto regolare (magari da fame) e ha firmato consapevolmente la sua condanna a questo tipo di attività # 2. gli oggetti arriveranno ai clienti integri (nonostante il pessimo trattamento cui sono sottoposti nel viaggio) grazie agli imballaggi extra resistenti ed extra large # 3. aggiungo che anche nel caso non fossero integri, Amazon provvederà a sostituirli gratuitamente, inviandone un nuovo esemplare (non so se il corriere che ha causato il danno ne pagherà le conseguenze, ma immagino di no)
Non voglio neppure far notare che i tempi stretti e le condizioni contrattuali con cui hanno a che fare i corrieri Amazon sono una nuova forma di schiavitù. E neanche che l’impatto sull’ambiente dello spreco di carta e plastica necessario a tutelare l’oggetto a causa delle pessime condizioni di cui sopra sarà pagato dalla collettività che seguirà la nostra generazione.
Io vorrei concentrarmi solo sul tema dell’impoverimento. Amazon vende tutto, consegna prima e ovunque, e costa meno. Un affare, direte. Invece no. Vi ruba in tasca.
Amazon toglie valore alle cose
Dovete fare un regalo. Andate in un negozio e, consigliati dal commesso, vagliate le varie possibilità. Poi, magari, visiterete un nuovo negozio dall’altra parte della città. Infine, effettuata la scelta, potrebbe persino capitarvi di dover aspettare qualche giorno che arrivi e poi tornare a ritirarlo.
Tutto questo lavorìo aumenta il valore di ciò che acquistate. Non in termini economici, ovviamente, ma aumenta l’importanza che voi gli attribuite (che alla fine è l’unica cosa che conta).
Pensate anche al prezzo. Su Amazon non comperate mai a prezzo pieno, ma sempre tutto scontato, al ribasso. Ma davvero vorreste regalare un oggetto in saldo al vostro amore?
A proposito, avete presente la pubblicità di Amazon? Una giovane coppia si scorda del proprio anniversario. Amazon vede e provvede. Entrambi comprano on line, ricevono il pacco a casa, e tutti vissero felici e contenti. Ma voi vorreste vivere con un partner che si dimentica dell’anniversario?
Ma torniamo al nostro corriere nel controviale.
Non c’è amore nel suo lavoro, non c’è professionalità né passione. Non per sua incapacità o mancanza di volontà, semplicemente per mancanza di tempo. Non c’è cura e attenzione nei confronti del pacco sballottato per chilometri (tanto da rendere necessario un imballo gigante anche per libri od oggetti non fragili).
Stanno impoverendo la nostra società. Stanno vendendo sottocosto i nostri desideri, il nostro lavoro, il nostro ambiente.
Il BlackFriday sta arrivando. Natale sta arrivando. Prima di ordinare su Amazon, pensate al corriere e andate ad acquistare i regali nei negozi. Vi costerà più danaro, più tempo, più fatica, ma contribuirete a frenare il declino.