E’ proprio vero che dipende tutto dal nostro atteggiamento mentale.
Sabato avevo una lunga serie di commissioni da svolgere (si sa che nel fine settimana si concentrano le rogne).
Barbiere, ritirare un libro, fare la spesa, pagare una multa in posta… insomma esco presto di casa e riesco a rientrare solamente alle due meno dieci.
Pioveva, ma non a dirotto come sarebbe poi successo per tutta la domenica, e non avevo particolarmente fame, così appena sistemate in frigo le cose comperate, ho indossato scarpette, pantaloncini e bandana, e sono uscito.
Un po’ meno di un’ora, senza alcuna fretta, godendomi solamente le sensazioni della pioggia sul viso, del calore sprigionato dai muscoli che mi scaldava, dei profumi del bosco accentuati dall’umidità.
Ho corso leggero come non mi capitava da tempo.
Il nuovo libro è in libreria e, salvo qualche presentazione, è indipendente e ha ormai intrapreso la sua strada.
L’inverno è alle porte con la sua sonnolenta dose di mattinate in giro e pomeriggi davanti alla stufa.
La mia testa lavora su nuove idee, ma sono tutte in fase di decantazione.
Insomma il periodo più vicino alla tranquillità da un po’ di tempo a questa parte.
Anche da un punto di vista podistico sono in letargo.
Non ho obbiettivi e corro solo per il piacere di farlo (magari con qualche spintone da parte della bilancia che mi ricorda che non posso mangiare e non correre!).
Sabato è stata una delle più belle e liberatorie corse che mi capitavano da tempo.
Nonostante la pioggia.
O forse proprio per essa.
Giunto a metà strada, ho abbandonato la poderale e ho imboccato il sentiero.
Sono cambiati completamente i suoni.
Gli alberi ondeggiavano lenti e lasciavano cadere dalle chiome una pioggia che si univa alle gocce del cielo, centuplicandone l’effetto sonoro.
Il passo sul sentiero era silenzioso, così che potevo udire gli schiocchi dei rami mossi dallo scoiattolo o dalla ghiandaia.
Un riccio di castagne che cadeva all’improvviso sembrava un’esplosione nel silenzio della foresta.
Procedevo senza fretta e senza accorgermi della fatica.
La testa vuota. Il cuore lento. Il fiato corto.
Oggi piove ancora.
Le nuvole sono basse e ammantano i monti.
E non vedo l’ora che arrivi la pausa pranzo per uscire di nuovo a correre…