Il controllo del peso

Nella battaglia per il controllo del peso, il primo avversario da battere è il Mr.Magoo che si nasconde in tutti noi.

Ci sono cose che faccio e che mi rendo conto essere stupide.
Ma vuoi perché mi faccio travolgere dagli eventi, vuoi che ci penso troppo tardi, non riesco ad evitarlo.

Così ho deciso di imitare Zerocalcare, il geniale disegnatore che nelle sue storie, quando non vuole far riconoscere l’amico o l’amica di cui parla, la disegna con l’aspetto di un personaggio famoso.
Ecco quindi, non sto parlando di me, sto parlando di Mr.Magoo, quel vecchietto miope (in tutti i sensi) protagonista di un cartone animato quando io ero un ragazzino.

Mr.Magoo

Mr.Magoo è in perenne battaglia con se stesso per il controllo del peso.
Ogni mattina sale sulla bilancia e annota scrupolosamente il verdetto sull’agenda.
E’ un modo pratico per ricevere uno choc prima della colazione.

Negli ultimi anni, la battaglia è stata sanguinosa e, specialmente nel periodo di inattività a causa del Covid19, si è trasformata in una sconfitta.
Le armate dell’adipe avanzavano trionfalmente lungo ventre, braccia, spalle di Mr.Magoo, segnate dalla crescita regolare dei numeri sul display della pesapersone.

Ma Mr.Magoo non ha dubbi:

“Questo trend deve essere invertito immediatamente (o almeno lunedì prossimo). Darò una svolta alla mia vita, mangiare meno, mangiare meglio!”

Come tutti casca nel facile giochetto di mettere una data di inizio che non è “adesso” ma nel futuro: il lunedì, il primo del mese, il giorno dopo il compleanno o la festa con gli amici o la sagra della birra…

Mr.Magoo vive solo, cucina per sè e una volta alla settimana fa la spesa.
Ma tutte queste cose, che potrebbero essere occasione per controllarsi, diventano altri smacchi.
Quando acquista cibo sceglie solo cose che gli piacciono, tende ad acquistare senza far riserve ma non sempre indovina la quantità minima necessaria (ovviamente sbaglia per eccesso).
Quando cucina, prepara porzioni un po’ abbondanti (“così ne resta per domani”) che finisce per spazzolare regolarmente (“almeno pulisco la pentola e metto tutto in ordine”).

Ma la vera apoteosi è quando Mr.Magoo decide di dare una nuova stretta alla sua dieta e che per farlo deve eliminare un particolare alimento (gli alcolici, i dolci, i carboidrati, i formaggi…)
Non è un uomo che si arrende senza combattere e se c’è un nemico lo affronta a viso aperto.
Così per ogni alimento ingaggia un corpo a corpo serrato, lo distrugge a forza di morsi o sorsi, cerca di farlo sparire mangiandolo nel più breve tempo possibile.

Il giorno dopo salendo sulla bilancia e registrando l’ennesimo balzo in alto del peso, si consola:
“Almeno adesso non ce n’è più in casa, da lunedì si ricomincia a mangiare di meno…”

La pigrizia

L’inattività motoria cui ci costringe il covid19 introduce in noi il seme della pigrizia. E questo incide anche su tutte le altre attività che facciamo: come reagire?

Sono stato contagiato.
Non dal Covid 19 (sarebbe alquanto curioso considerato l’isolamento e le misure precauzionali cui tutti ci atteniamo) ma da una forma più subdola e certamente meno pericolosa di malattia: la pigrizia.

Faccio tutto quello che devo fare.

Sto lavorando da casa. I miei colleghi inglesi sorridono quando dico loro che sono in smart working, non capiscono cosa ci sia di “astuto” nel lavorare collegati da remoto… d’altronde la nostra anglofilia ci fa spesso modificare dei termini italiani convertendoli in un improbabile inglese, come se cambiando il termine telelavoro in “smart working” lo rendesse più efficiente o più furbo.

Sto lavorando sul giardino. Mai come quest’anno il mio piccolo angolo verde è curato. Ho più tempo, non mi divido tra la Valle e Milano, quindi sono riuscito a fare di più e meglio. Anche l’orto (qui da noi quando si parla di giardino si intende l’orto o almeno anche l’orto) ne ha beneficiato: ci sono più verdure che crescono in file regolari.

Sto leggendo tantissimo. Sono riuscito non solo a continuare ad acquistare libri nuovi, ma – cosa persino più importante – ho iniziato a far fuori la pila di volumi acquistati e mai letti che, come ogni bibliofilo che si rispetti, ho sul comodino.

gatto buffo

Insomma, a parte correre che mi è impedito dalle regole dell’isolamento, faccio un sacco di cose e le faccio con continuità ed efficienza.
Allora perché mi sento pigro?

La verità è che correre regolarmente aggiunge una componente di dinamismo che in tutte le altre attività che ho elencato manca completamente.
Non sono pigro perché non faccio le cose, ma sono pigro per come le faccio.

Mi sono adagiato ad un ritmo rilassato.
Non è tanto la fretta di concludere che mi manca, ma mettere in ciò che faccio quel tanto di energia in più che mi permetta di sentirmi attivo.
Se volete è la stessa differenza che c’è tra alzarsi da tavola pieni ed alzarsi con ancora un po’ di appetito.
Mi manca la sensazione di fame. La voglia di iniziare una cosa nuova. Quello stimolo in più che viene dal sapere che c’è un’altra voce da spuntare dalla To Do List.

Sono indeciso su come affrontare questa mia empasse.
Da un lato provo sempre più forte la tentazione di andarmene a correre.
Dall’altro penso che potrei affrontare qualcosa di completamente nuovo, qualcosa che mi stimoli di più.

Sono ad un bivio, e il senso di rispetto delle regole mi imporrebbe di scegliere la seconda strada.
La bilancia e una certa rigidità nello scendere dal letto al mattino, mi consigliano la seconda.

Un’unica cosa so per certo: devo decidere ed allontanarmi da questo gorgo che mi trascina verso l’immobilità.

La serpe in seno

Lo confesso, il pensiero si era già affacciato un paio di volte alla mia mente, ma con nonchalance lo avevo ricacciato indietro, spingendolo nella zona inconscia.

Ma oggi lei, la serpe in seno, la traditrice che si nasconde sotto il mobiletto del bagno, prima mi ha sorriso seduttrice invitandomi su di lei e poi ha spiato sardonica le mie reazioni, quando ho letto il responso.
Bastarda di una bilancia!

Dopo settimane di alimentazione controllata e di attività fisica costante, il mio peso che era sceso dapprima rapidamente e poi con rassicurante continuità, ha smesso di calare.
Dagli 87 chili abbondanti di inizio anno ero sceso agli 83.5 di inizio giugno, ma da quel momento, etto più etto meno, sono rimasto costante.

Avevo già raccontato (qui) che sullo specchio del bagno ho incollato un foglietto dove segno ogni mattina il peso e che ho messo delle semplici regole sul cibo… ma a quanto pare non bastano più.

L’avevo intuito dai commenti degli amici con i quali sono tornato a correre.
“Beh Franz, a guardarti direi che era ora che tu riprendessi”
Maledetti. Manco fossero pelle ed ossa!
Arrancando alle loro spalle, con il sudore negli occhi, non riesco a non notare che anche le loro pance tendono il tessuto della maglietta… eppure vanno più veloci.

Poi ci sono gli amici non sportivi.
“Beato te che corri e puoi mangiare di tutto”
E mentre io finisco la pizza margherita con la birra, loro trangugiano la seconda porzione di pasta alla Norma e discutono cosa ordinare per secondo.

In Montagnetta o al campo sportivo, in pausa pranzo, ci sono quelli che odio di più.
I podisti che sudano felici a petto nudo, mentre io mi vergogno della mia ballonzolante adipe.

Devo perder peso!
Ci sono certe mattine in cui adotto delle tecniche diversive: provo ad ingannare la bilancia.
Mi peso prima di colazione e dopo essere andato in bagno.
Rifletto se è meglio farlo prima o dopo la doccia (“peserò più nudo e bagnato o in maglietta ma asciutto?”).
E quando esco a correre aspetto di bere per poter vedere la bilancia fermarsi un chilo e mezzo abbondante sotto il peso solito…

io e la bilancia
Un grazie speciale all’amico Chiod per aver reinterpretato la mia esperienza. Scoprite “Il maratoneta principiante” e molto di più su ilmaratonetaprincipiante.it NdA

Ma sono tutti trucchetti che non portano da nessuna parte.

Prendo sempre in giro i ciclisti che quando comprano la bicicletta scelgono il manubrio in carbonio perché pesa 300 gr di meno dell’altro e poi hanno almeno 10kg di pancia da portare a spasso.
Ecco, oggi io non sono poi così diverso.

E’ stato calcolato che per un podista amatore medio, un chilo di peso in più significa un ritardo di circa 4 minuti al traguardo della maratona.
Io di chili extra ne ho quasi quattro, significa un bel quarto d’ora secco da aggiungere al mio tempo potenziale.

Quindi da domani (che fortunatamente è il primo giorno di luglio) si cambia vita.

Non voglio mangiare di meno, ma mangiare meglio.

Devo riorganizzare un po’ le mie abitudini alimentari.
Arricchire la colazione di proteine ed eliminare la brioche (vorrà dire che al bar leggerò il quotidiano sorseggiando un caffé).
Fare un pasto più completo (non la solita insalata) ed evitare troppi carboidrati la sera.
Devo mangiare un po’ di più nei giorni di allenamento e un po’ di meno in quelli di riposo.

Proverò ancora per qualche settimana, e poi deciderò se parlare con un nutrizionista che mi possa indirizzare meglio.

Avanti così, che novembre si avvicina…

Post Scriptum:
La sapete la differenza tra un podista agli inizi e uno navigato?
Il primo corre per perdere peso, il secondo perde peso per correre…