Emozioni d’autunno

Le elezioni amministrative e lo scandalo FaceBook mostrano come vengano usate le emozioni per manipolare le nostre azioni

Dopo tanto tempo, eccomi di nuovo qui a riflettere e condividere i miei pensieri.
L’autunno è alle porte, fuori dalla finestra la pioggia scende ormai da due giorni e ho dovuto accendere la stufa prima e il riscaldamento poi, per cacciare l’umidità che mi entrava nelle ossa.

Sono successe tante cose durante l’estate. Belle e brutte, ma tutte sono state occasione di grandi emozioni che mi hanno fatto sentire vivo.

Ho ripreso la penna in mano mentre, ieri sera, ascoltavo i primi commenti post elezioni amministrative.
Al di là di chi ha vinto e chi ha perso, ho sentito più voci concordare sull’importanza di abbassare i toni, spegnere le polemiche futili e gli attacchi ad personam. Cito tra queste voci quella del neo eletto (o meglio rieletto) sindaco di Milano Beppe Sala e quella del nuovo governatore della Regione Calabria, Roberto Occhiuto. Uno di sinistra e uno di destra, accomunati dalla vittoria netta e dall’aver optato per una campagna incentrata sugli argomenti e scevra di polemiche.

autunno ad Emarese

Ieri è stata anche la giornata in cui il mondo digitale di Zuckemberg, FaceBook, Instagram e WhatsApp, è crollato per un problema tecnico in molti paesi del mondo e per alcune ore.
E’ curioso come ciò sia avvenuto poco dopo che Frances Haugen, una ex manager di FaceBook, avesse denunciato in un programma televisivo e in un’intervista sulla carta stampata, il fatto che esistesse la consapevolezza che le polemiche e la polarizzazione delle posizioni rendessero più attivi gli utenti.

In parole povere: quando siamo incazzati tendiamo a mettere più “mi piace” e a condividere più post e, persino, a cliccare più volentieri su pubblicità e inserzioni sponsorizzate.
Probabilmente ciò avviene anche per le emozioni positive, l’amore o la gioia, ma a quanto pare la rabbia e l’indignazione sono più facili da cavalcare.

Quindi gli algoritmi di FaceBook (cioè le regole informatiche che regolano il mondo di quel social) tendevano a premiare chi alimenta la polemica piuttosto di chi cerca di sedarla.

Nella giornata in cui il karma digitale ci ha privati di parte dei social abbiamo avuto la nostra occasione di tornare alla vita reale. Lo abbiamo fatto? E’ stata un’opportunità per iniziare la disintossicazione?
Per quanto mi riguarda, no. Anche se mi sono accorto dei down solo in tarda serata e questo, probabilmente, vuol dire che non dipendo ancora dalle app.

Ricapitolando: le emozioni sono il principale motivo per cui vale la pena vivere ma sono anche il nostro punto debole, la leva che tocca chi vuole manipolarci, politici, pubblicitari, influencer, persino Zuckemberg.

Una volta che ci siamo resi conto di questa cosa, dovremmo alzare una barriera. Non per evitare le emozioni, ma per proteggerle da chi vuole usarle contro di noi.
Questa barriera si chiama consapevolezza o, se preferite, libero arbitrio, pensiero indipendente, e – in ultima analisi – libertà.

E’ un tema lungo e complesso quanto affascinante.
Ci tornerò presto…

Ascolta “Emozioni d'Autunno” su Spreaker.

Il teatrino

Sono nauseato dal teatrino che i nostri politici hanno messo su a Roma. Invece di concentrarsi sulla pandemia fanno i loro sporchi giochini di potere

Sono nauseato dal teatrino della politica.
Una manica di mestieranti si arabatta per guidare il Paese in questo tempo di crisi.
Si dividono in governo ed opposizione. Ma nessuno dei due fa il proprio mestiere.

Il governo dovrebbe governare. C’è una buona norma che dovrebbe seguire chi comanda: parlare una volta sola ed agire di conseguenza. Che significa prendere una decisione, stabilire una strategia ed attenersi ad essa.
Invece chi ci guida continua a farsi tirare la giacchetta da tutte le parti. Impone una regola dura e poi l’ammorbidisce appena qualcuno si lamenta. Prospetta mirabolanti piani di sostegno e non riesce a metterli in campo. In un periodo caotico come questo non riesce a comunicare con esattezza cosa sta succedendo e cosa è bene che noi facciamo.

L’opposizione ha il ruolo di avvocato del diavolo. Dovrebbe vigilare sull’operato del governo per aiutarlo a non sbagliare in attesa di nuove elezioni quando, magari, salirà al governo. Invece critica in maniera chiassosa e senza costrutto. Sfrutta ogni momento per farsi bella agli occhi della gente. E si è specializzata nel fare promesse roboanti su cosa avrebbe fatto se fosse stata al governo, ben sapendo che al governo non è e che quindi quelle promesse sono vane chiacchiere.

In questo ultimo anno a noi popolo viene chiesto di comportarsi con responsabilità.
E i nostri governanti, intanto, mostrano il loro senso di responsabilità facendo cadere un governo traballante nel momento più sbagliato per l’Italia.

Non ci sono più destra e sinistra, perché non è più un sistema di valori, un’ideologia, a guidare le scelte dei politici, ma una mera ricerca di consenso. Se il Parlamento fosse FaceBook, diremmo che sono a caccia di like. Ma chi queste cose le studia, parla di demagogia e qualunquismo.

parlamento

E se c’è una cosa che mi fa ancor più ribrezzo dei politici sono i commentatori politici che continuano a dire “li abbiamo votati noi”.
Vorrei ricordare a queste persone che l’ultima volta che abbiamo votato era il marzo 2018.
Ne nacque un papocchio.

5 Stelle e Lega sono usciti (nettamente) vincitori dalle urne.
Hanno impiegato mesi per mettere in piedi un governo (quello gialloverde) che è stato suicidato da Matteo Salvini (un demagogo e non uno statista, come appare chiaro con il senno di poi).
Il PD (pallida ombra della vecchia sinistra) ha colto al balzo l’occasione per spingere lontano dal tavolo la Lega e convolare a nozze con il Movimento 5 Stelle generando il governo giallorosso.

Intanto scoppia il Covid.
E noi persone normali ci preoccupiamo della salute dei nostri vecchi e di cercare di sbarcare il lunario in un momento difficilissimo per l’economia italiana e mondiale.

A questo punto: colpo di scena. Cosa decide il buon Renzi? Di mettere in crisi il governo.
Per dovere di cronaca, ricordo che Renzi era stato a capo del PD e primo ministro in un governo di sinistra. Si era suicidato politicamente trasformando un referendum confermativo (per la legge che riduceva il numero di Senatori) in un referendum su di lui ed aveva perso.
Con la coda tra le gambe era riuscito a rientrare nel Parlamento nelle elezioni del 2018, salvo aspettare qualche mese nell’ombra per poi fondare (nel settembre 2019) Italia Viva, un nuovo movimento che non ha mai partecipato ad un’elezione e che quindi non ha mai preso un voto. Però, raccattando parlamentari qui e là, vale un qualche punto percentuale (tra il 4 e il 5%). Proprio quei punticini che possono far traballare la maggioranza.

Adesso, dopo aver detto che Conte è un incapace e un affossatore della democrazia, dopo aver fatto cadere il governo, si rimangia tutto e dice al povero Mattarella (santo subito) che è disposto ad appoggiare un terzo governo Conte.

Tornando ai miei amici buonisti, che dicono che questa genìa di politici l’abbiamo votata noi, vorrei spiegare che io il 4 marzo 2018 avevo votato PD per essere contro la Lega, contro il centrodestra e contro i 5 Stelle.
Ho votato PD perché ero (e sono) fortemente convinto dei valori che un tempo caratterizzavano la sinistra.

Il teatrino della politica oggi dimostra che la democrazia è morta.
Non perché non siamo liberi di andare a votare, ma perché votiamo una persona ed un partito che poi è autorizzato a piegare la testa e anestetizzare la coscienza per opportunismo politico.
Che senso ha dare il mio voto sapendo che l’eletto non è tenuto a rispettare quanto ha detto prima delle elezioni? Che può saltare da uno schieramento ad un altro?

Sia chiaro che non penso che la soluzione siano leggi che impongano agli eletti di essere coerenti. E neppure credo che sia utile chiedere per ogni decisione a noi elettori (il patetico tentativo dei 5 stelle con la piattaforma Rousseau dimostra che noi popolo non possiamo essere consultati).
Io delego con il mio voto una persona (ed un partito) a rappresentarmi, a prendere le decisioni che io non sono sufficientemente documentato per prendere.
Ma pretendo coerenza dagli eletti.
La democrazia è morta con il senso dell’onore dei politici.

Non voglio fare di tutte le erbe un fascio, ci sono politici appassionati, persone perbene, ma se nel canestro di mele basta una mela marcia per far marcire tutto, purtroppo non è vero il contrario.

Chiudo questo mio sfogo con un’ultima riflessione.

Io penso che oggi ognuno di noi debba combattere la sua battaglia: evitare di contagiarsi e di contagiare, continuare a lavorare senza farsi deprimere dalla situazione, aiutare come può i tanti che non possono lavorare. Continuare a vivere.

Non mi aspettavo e non mi aspetto grandi cose da chi ci governa.

Ma vorrei almeno che avessero la decenza di non fare in piazza i loro giochetti sulla pelle degli altri.

Ascolta “Il teatrino” su Spreaker.