Abituarsi alla bellezza

Di ritorno da una tre giorni piuttosto intensa a Milano, dove ero passato dall’ufficio all’hotel con qualche breve digressione al ristorante, sono arrivato a casa che era oramai sera inoltrata.

Parcheggiata l’automobile nel mio solito posto accanto al torrente sono sceso con la testa ancora immersa nel programma della giornata successiva.

La prima carezza me l’ha data il freddo. C’erano 3 gradi, poco diversi dagli 8 delle serate milanesi, ma mentre lì si trattava di un abbraccio appiccicoso di umidità, qui era il ruvido passaggio dell’aria sul viso.

Mi sono fermato, improvvisamente consapevole del momento, ed ho alzato gli occhi.

La volta del cielo era di un blu profondo, quasi nero, punteggiato di stelle brillanti. Di fronte a me, come uno scenario, si apriva uno sfondo nero di montagne i cui bordi superiori erano resi luminescenti dalla neve.

Sono rimasto a bocca aperta per la magia di quell’istante e, immemore dei pensieri che mi affollavano la testa, mi sono perso per qualche minuto ad osservare il panorama. Le luci dei paesini sulle pendici dei monti, e più sotto, nel fondo valle, la scia luminosa della città.

luna piena

Finalmente mi sono riscosso e mi sono girato verso l’auto per scaricare le borse.

E allora, l’ho vista.
Bassa sull’orizzonte, la luna piena, bianca, gigante, giocava a nascondino tra i fusti alti degli alberi del bosco.

Un’immagine perfetta.
Quando la realtà supera l’immaginazione.
E’ stato un uno-due che, come un vecchio pugile sul ring, mi ha steso.

E’ possibile abituarsi alla bellezza?

Non credo. O meglio, spero proprio di no.
Spero di riuscire a meravigliarmi sempre delle cose belle.
Una notte stellata tra i monti, lo stormire del vento tra i rami, il sorriso della persona che amo.

La luna ed altre illusioni

In un libro che avevo regalato a mio figlio quando era bambino c’era spiegato nei dettagli un effetto ottico che sperimentiamo comunemente: la luna, quando è bassa sull’orizzonte, appare molto grande.
Gli scienziati discutono il motivo della cosiddetta “illusione lunare” ma alla fin fine è il nostro cervello che, paragonandola agli altri oggetti che vede vicino, ce la fa sembrare enorme.

La prova del nove l’otteniamo ogni volta che la fotografiamo.
Passeggiando in montagna ammiriamo la luna che sorge e cerchiamo di fermare quell’istante in una fotografia.
Ma per quanto apparisse bella ai nostri occhi, una volta che viene catturata dall’obbiettivo della reflex (o dallo smartphone) viene riportata alla sua dimensione reale.
Frustrazione da fotografo…

moonwalking

Ci sono due riflessioni che scaturiscono da questa esperienza.

La prima è che è meglio vivere le cose in presa diretta che leggerle sul giornale o vederle su internet.
[Considerate che nella maggior parte dei casi è necessario “truccare” la foto della luna per farla apparire straordinaria, NdA]

La seconda è che noi esseri umani filtriamo il mondo che ci circondo e lo rendiamo più piacevole.
Il potere del nostro cervello è incredibile!
La distanza tra realtà reale e realtà percepita è grandissima.

La nostra esperienza filtra gli eventi per proteggerci e per premiarci.
Una persona amata sarà sempre speciale agli occhi di chi l’ama.
Un bosco di notte sarà fonte di terrore per chi non l’ha mai attraversato e fonte di pace per chi c’è già stato.
Un verso di una poesia significherà tutto o suonerà vuoto a seconda del nostro stato d’animo.

E il trucco che nessuno svela è che se cambiamo il nostro atteggiamento nei confronti della vita, di colpo scopriremo che non è poi così grigia come a volte ci sembra.

Moonwalk from Reel Water Productions on Vimeo.