Buon anno

Solito rito di inizio anno, con una serie di propositi e novità che con entusiasmo condivido con voi che mi leggete ed ascoltate

Primo post dell’anno 2023. E come tutti gli inizi di anno c’è nell’aria una certa voglia di rinnovamento, di ripartenza, di entusiasmo.
Beh, il primo proposito di questo 2023 è che vorrei imbottigliare l’entusiasmo dei primi giorni e centellinarlo, un sorso alla volta, fino al prossimo natale.

Sarà un anno ricco di novità e di sfide.
A casa, al lavoro, ogni giorno.

La versione ascoltabile del mio blog, quella che ho iniziato a fare il primo gennaio del 2021, quella che trovate in calce a questa pagina del vostro telefono o pc (o che magari state ascoltando in questo momento), è entrata a pieno diritto tra i podcast di Passaggi a Nord Ovest, la piattaforma che abbiamo fondato con Denis Falconieri e che oggi conta otto prodotti ma che continuerà a crescere nel 2023.
Composteria ha una nuova sigla. Una nuova veste grafica. Ed una periodicità che (come ogni inizio anno) mi propongo di rendere più costante, anche se preferisco scrivere quando ho qualcosa da dire, piuttosto che farlo per obbligo di firma.

Tre libri nello zaino, il podcast dove parlo di librerie e di libri, a gennaio raggiungerà i 10 episodi. La formula piace, ed io mi diverto a parlare di una delle mie grandi passioni… la lettura.

Continua e cresce anche la collaborazione con Bobo Pernettaz, il suo podcast Il ContaStorie, di cui sono il produttore, è anche uno spettacolo che portiamo in giro per le piazze. In quei casi suono e canto le mie canzoni, sono decisamente fuori dalla mia comfort zone, e come tutte le volte in cui sono a disagio mi sento spronato a dare il meglio e ad imparare per crescere. Sarà uno dei campi in cui lavorare quest’anno.

sentiero nel bosco

C’è un altro filone dove sto sperimentando parecchio ed è quello delle audioguide.
Viaggiare e scoprire i territori è sempre stato un mio pallino. Nei podcast della serie “Esplorando…” tento di raccogliere alcune istantanee delle sensazioni che provo visitando i piccoli borghi. Sta diventando un format e lo stiamo proponendo con sempre maggiore convinzione. Nel 2023 conto di realizzarne parecchi: significherà viaggiare e studiare, per poter poi raccontare al meglio quello che ho scoperto.

Nel frattempo non trascuro anche l’altra mia necessità vitale: la scrittura di libri. C’è una storia che mi gira dentro da almeno quattro anni che vorrei fissare su carta. E’ una storia potente che mi consuma. Il proposito 2023 dice che devo farla uscire, dimenticando per un po’ la qualità del prodotto e puntando solamente a staccarla da me. Ho iniziato e smesso per troppe volte. La prossima dev’essere quella buona.

Ho appena scritto che sarà un anno di viaggi ed esplorazioni, ma rimane forte il legame con il posto dove vivo. Legame sul quale ho raddoppiato la scommessa: sto cambiando casa senza cambiare paese. Lascio un alloggio che amo ma che iniziava a starmi stretto per spostarmi in una casa dove dividerò gli spazi con una buona parte dei miei sogni. Il 2023 sarà l’anno del tetto da rifare, del riscaldamento ecosostenibile da progettare, delle pareti da abbattere e delle stanze da creare. Ho avuto la fortuna di trovare una persona che condivide con me questi progetti e questo raddoppia il mio entusiasmo e la mia forza. E sono sicuro che il prossimo autunno raccoglierò legna per scaldare la nuova casa ed accogliere sempre più amici.

Emarese, il paese dove vivo, mi ha dato e mi sta dando tanto. In questo 2023 mi sono impegnato a restituire qualcosa, in termini di tempo, di idee e di lavoro. Sarà un’altra sfida, ma al tempo stesso sarà l’occasione per stare assieme a tante altre persone che ho imparato ad apprezzare.

Cos’altro devo aggiungere?
Mi sembra che la carne al fuoco sia già molta, ma c’è un pensiero che mi accompagna ogni mattino al risveglio fin dallo scorso 9 ottobre, quando è nata. Sto parlando di Diana, la mia nipotina, che è un regalo immenso per i suoi genitori ed anche per me che la osservo aprire gli occhi su questo mondo. Ogni mattino, quando mi alzo, penso a cosa posso fare per renderlo un posto un po’ migliore per lei e per tutti i bambini che come lei vedranno il futuro remoto.

Buon 2023 a tutti.

Ed ecco la versione ascoltabile:

Ascolta “Buon anno” su Spreaker.

La pausa

Una vacanza particolare: senza allontanarmi da casa e senza cambiare troppo le cose che faccio, sono riuscito a rilassarmi

Sono stato in vacanza.
Magari non ve ne siete neppure accorti, ma io ho tirato i remi in barca e per un paio di settimane ho staccato la spina (dal mondo digitale) e mi sono rifugiato sui sentieri.

Staccare per qualche giorno è una necessità più che un lusso.

Se mi volto indietro e osservo cosa ho fatto in questi 15 giorni, in realtà, non noto grandi differenze con i mesi precedenti.

colle tournalein
Il Monte Rosa visto dal colle Tournalein @photo by Franz Rossi

Sono andato in montagna.
Ho visto qualche amico.
Ho letto, ho pensato a nuovi progetti, ho immaginato storie e avventure.
Ho persino risolto qualche sporadico problema di lavoro…

Eppure mi sono rilassato, perché mi sono finalmente reimpossessato del mio tempo.

Le scadenze che ognuno di noi ha, siano lavorative, familiari o magari anche di divertimento, ci impongono ritmi.
Poter decidere all’ultimo minuto cosa si farà nelle ore successive è un privilegio raro.

La mia vacanza è finita.
Da ieri sono tornato al lavoro.

Ma ho deciso di portarmi dietro un briciolo di libertà.
Di lasciare ogni giorno un paio d’ore in cui non ho nulla da fare.
Un buco da riempire, magari oziando, oppure ascoltando musica. Ma senza scadenze da rispettare…

Al di là del traguardo

Giungere al traguardo ti proietta verso un traguardo ulteriore. Io adesso ho smesso di rincorrere, preferisco osservare i dettagli

Da tempo ho preso la distanza dalla frenesia del tutto-subito.
Ho imparato a mie spese che quel “tutto” che si raggiunge in tempi brevi non è mai davvero completo.
Anche se a prima vista ti sembra di aver ottenuto il risultato cui aspiravi, scopri presto che qualcosa manca sempre.
Non foss’altro che il piacere dell’attesa, il desiderio dell’obbiettivo.

La nostra società nella maggior parte delle sue manifestazioni ci instilla il paradigma Velocità = Qualità.

Io sto rallentando e riscoprendo il fascino dei progetti ad ampio respiro; a lunghissima scadenza.
Mi incantano le storie di uomini che hanno dedicato l’intera esistenza ad un singolo specifico compito.
Sembrano personaggi d’altri tempi, monaci medioevali o eroi leggendari.
Ma se ci pensiamo bene non sono poi così distanti da noi.
La chiave di lettura impostaci dal pensare comune ci fa indossare degli occhiali che distorcono le nostre percezioni.

I grandi campioni diventano tali perché si dedicano in maniera quasi maniacale ad un unico progetto.
Ma non occorre essere campioni per fare lo stesso.
Si possono passare anni a imparare a conoscere bene il posto in cui si vive. O a scoprire tutto quello che c’è da sapere su un autore, un gruppo rock, una corrente artistica.

Ha un senso diventare un esperto di un argomento per il proprio piacere? Io credo di sì.

In questi ultimi anni ho percorso in lungo e in largo i sentieri della mia regione.
Pur essendo moltissime le cime o i colli che ho raggiunto, mi rimane ancora un numero impressionante di sentieri da esplorare.
Persino i percorsi intorno a casa, quelli su cui passo e ripasso settimanalmente, continuano ad offrirmi stimoli nuovi, angoli nascosti, sorprese sensoriali.

Allora ho smesso di pensare al traguardo e mi sono lasciato distrarre da quello che facevo.
Non mi interessa più sapere tutto, voglio conoscere meglio.
Ho abbandonato la distanza e cerco la profondità.

germogli di felce

Non è stata una scelta cosciente.
Un bel giorno mi sono accorto che riconoscevo una pianta (era il germoglio di una felce).
Non l’avevo imparato cercando su Google ma, a forza di passare per quei boschi in ogni stagione, l’avevo vista crescere.
Poi a quell’esperienza pratica si era associato il ricordo di una pagina di un libro che avevo letto mesi prima.
E’ stato come se andassero a posto le tessere di un puzzle.

Ne ho già parlato altrove (qui) quando vado per sentieri mi piace collezionare porzioni di territorio. Scoprire cosa c’è oltre la curva, oltre il colle, di là della montagna.
In modo analogo adesso sto accumulando conoscenze sull’ambiente naturale che mi circonda e che sto esplorando.
Ogni giorno è una piccola soddisfazione. Un’altra tessera del puzzle…

Ma la soddisfazione più grande è quella di aver trovato il mio personale “progetto ad ampio respiro”. Ciò che dà un senso a quello che faccio, alla mia vita.
So che non mi basteranno i giorni per apprendere tutto quello che c’è da sapere, per girare tutti i posti, leggere tutti i libri, sperimentare tutte le sensazioni.
Però mi piace sapermi in viaggio.

Non sono più angosciato dalla frenesia delle cose che non riesco a fare.
Ricavo piacere dalle cose che faccio.
Riconosco il pattern, lo schema generale. So che hanno un senso superiore, un fil rouge che le tiene assieme.
Ed ogni passo non mi porta più vicino ad un traguardo lontanissimo, mi rende più completo qui ed ora.

Che senso ha…

Stamattina Fruzzolo01 scrive un commento sul mio ultimo post.
Mi dice “Che senso ha tenere un blog e non aggiornarlo da due mesi?”

Hai ragione Fruzzolo01 (mi piace il tuo nickname, non so da dove venga, ma quella parola nascosta al suo interno “ruzzolo” è davvero bella, avrei voluto inventarmelo io).

Ci sono tanti motivi per cui una persona smette di correre, o smette di scrivere nel proprio blog.
Gli impegni di lavoro, i cambiamenti nella vita, i problemi sentimentali, o magari un infortunio…
Ma la ragione principale è l’inerzia, quella forza che ti trascina via lungo la tua vita.
Quando inizi a fare le cose per abitudine e non per scelta.

Franz Rossi

Magari continui anche a correre, ma lo fai solo perché fa parte della routine settimanale.
E a ben pensarci, questo è perfino peggio di smettere di correre.
Viene tolta tutta la bellezza e il piacere ad un’attività che amiamo.

Volevo ringraziarti pubblicamente, amico Fruzzolo01, mi hai dato la scossa giusta per riprendere.
A scrivere sul blog, intendo, non a correre, perché a quello non ho mai rinunciato.

Tanti progetti bollono in pentola e si concretizzeranno in nuove avventure durante l’estate e subito dopo.
Progetti che mi stanno portando a riper-correre i sentieri delle montagne.
Progetti che mi stanno facendo ripensare alle tante avventure di corsa.

Lasciatemi mettere a fuoco ancora per un po’ gli obbiettivi e poi ve ne inizierò a parlare da queste pagine.

Intanto continuerò a raccontare di corsa e di tutto quello attorno al quale corro (la vita stessa, in fondo).
E prometto di farlo con maggior costanza… e di questo dovrete ringraziare (o colpevolizzare) il nostro Fruzzolo01.