Allenamenti saltati e senso di colpa

Prime giornate fredde.

Scendere dal letto al mattino per andare a correre richiede uno zic di forza di volontà in più.
Stamattina sveglia, un po’ di stretching per riattivare i muscoli, una maglia a manica lunga da indossare sopra la solita ed eccomi fuori.

Ieri sera sono tornato da una trasferta di lavoro ad Amsterdam.
Due giorni intensi, nei quali non ero riuscito a correre, bucando così una delle sessioni di allenamento previste in tabella.

Sapevo che, prima o poi, sarebbe successo e non l’ho vissuta come una tragedia [sì, lo so, questo può suonare strano forte ad uno che non corre con le tabelle, ma noi tabellati siamo così! NdA].
Martedì e oggi avevo un’oretta di corsa lenta, ma in entrambi i casi li ho trasformati in un’uscita allenante.
L’ultima volta avevo fatto un progressivo bello veloce, oggi non volevo strafare perché domani c’è il lungo, quindi sono partito tranquillo per le strade del mio quartiere.

E’ una delle dimensioni che amo di più della corsa.
Esplorare lentamente le strade che percorriamo di giorno in tutta fretta.
Scoprire la vita dietro le finestre che si accendono al mattino.
Incrociare ed imparare a conoscere i mattinieri: l’edicolante, la ragazza con il cane, la suora che esce dalla chiesa, il clochard che dorme sulla panchina del parco.

Il cielo, nel frattempo, si tinge di viola e poi di rosso.
Il corpo si è riscaldato e le gambe girano meglio.

Mentre attraverso il parco di Trenno scambio un saluto con i runner che, come me, affrontano la giornata al trotto.
Anche questo è un universo: la coppia che alterna corsa e cammino, il tipo stempiato che sta sicuramente preparando una gara e che guarda più il cronometro che le persone che incontra, la ragazza forte, che corre in scioltezza ad una velocità che io mi sogno anche nelle ripetute brevi, il tapascione che ogni giorno si fa i suoi 6-7 chilometri nella convinzione di sfuggire all’età che avanza.

Siamo tutti rappresentati in questo poliedrico spaccato di umanità.
Anch’io, con la mia voglia di maratona e i sensi di colpa per l’allenamento saltato.
Torno a casa con una decina in saccoccia a ritmo vicino a quello da tenere in maratona.

Domani tocca il primo vero lungo.
33 chilometri da Pavia a Milano grazie all’allenamento collettivo organizzato da almosthere

Stay tuned, che ci sarò da ridere!

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