Il cuore del corsaro

Nel maggio 2015, nell’ambito della trasmissione “Oltre il limite”, ero andato a Goteborg a correre la mezza maratona.

Di quella città (e di quella gara) ho ricordi diversi e tutti intensi (sia nel bene che nel male).
Arrivandoci in aereo notavi come fosse completamente circondata da foreste, e anche in automobile (tra aeroporto e città) avevo apprezzato quanto fosse selvaggia la natura che la circondava

Una volta dentro la città, invece, avevo scordato la Natura e apprezzato gli abitanti: mi sembravano tutti giovani, in salute, in forma.
Amavano mangiare e bere (i locali erano tutti pieni) ma al contempo si muovevano in bicicletta, la città era disseminata di campi da basket, di circuiti per gli skateboards… insomma una sensazione più che positiva.

Il giorno della gara era stata una sorpresa: erano così tanti i partecipati (oltre 50mila credo) che si partiva ad ondate come a New York, salvo che mentre ero allineato sulla mia linea di partenza ho visto arrivare i primi concorrenti (sotto l’ora).
Sul percorso era pieno di famiglie che incitavano i corridori, che ti invitavano a fermarti a bere una birra, che facevano festa ignorando del tutto la gara.

Purtroppo dovevamo correre e allo stesso tempo registrare la puntata della trasmissione, così non me la sono goduta come avrei voluto.
Inoltre il vip con cui correvo, Alex Belli, aveva avuto un problema fisico, così dovemmo camminare per lunghi tratti (ho chiuso la gara in oltre tre ore, buon tempo per una maratona, peccato fosse una mezza!)
La delusione era stata così tanta, che il giorno dopo, mentre gli altri dormivano, ero tornato sul percorso e lo avevo rifatto nel mio allenamento giornaliero. Altri tempi!

copertina

Dopo la gara, mentre visitavo il quartiere generale degli organizzatori della mezza maratona, mi aveva colpito la copertina di un libro le cui copie riempivano alcuni scatoloni.

Era il primo piano, intenso, in bianco e nero, di un uomo.
Era scritto in una qualche lingua nordica, altrimenti me lo sarei fatto regalare, ma feci una foto con il cellulare e mi ripromisi di cercarlo.

Tutti questi ricordi sono emersi oggi perché sul sito di La Repubblica del Runners si parla di Running Wild, un libro (questo il link) scritto da Markus Torgeby, un atleta svedese che ha deciso di abbandonare tutto e, ispirato dal celebre Walden di Thoreau si era ritirato nei boschi del suo paese e aveva vissuto di poco o niente.

Ho cercato nel mio cellulare e ho ritrovato la foto rubata oltre tre anni fa e, coincidenze misteriose, era proprio lui.
Ovviamente ho chiesto a Maria Teresa, la mia libraia di fiducia, di procurarmene una copia… leggerò e vi dirò.

Nel frattempo, proverò a ripercorrerne le tracce questa sera, durante la mia uscita serale in montagna con gli amici del gruppo Dis’ciùles.

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