E’ il periodo più difficile per me su FaceBook.
In questi mesi (settimane ormai) pre-elettorali, assisto impotente ad una virulenta crescita di stupidità.
Non mi riferisco, va da sé, alle opinioni: ognuno ha diritto di pensare (e votare) come vuole e di difendere motivando le proprie posizioni.
Ma diventare strumento della becera e qualunquista demagogia, amplificare punti di vista distorti (quando non inventati), non applicare il filtro della ragione al flusso di parole che inonda il web, diventano colpe gravi che mi hanno fatto cancellare alcuni “amici” su FaceBook.
Oggi mi ha colpito la storia del Movimento Cinque Stelle.
Cavalcano da sempre il giustizialismo da prima pagina, ostentano un’onestà di facciata, il loro motto è “basta essere onesti”.
Tutto questo, a mio giudizio, è sbagliato.
L’onestà è condizione necessaria ma non sufficiente per svolgere un lavoro estremamente specialistico come governare.
Non basta essere onesti per fare il chirurgo, non basta essere onesti per insegnare all’università, non basta essere onesti per governare un Comune o il Paese.
In queste ore le Iene (proprio quelle Iene che confondono lo scoop con l’inchiesta, l’audience con la verità) hanno fatto emergere uno scandalo in casa M5S.
A quanto pare alcuni esponenti del Movimento peccavano in scarsa generosità (non restituendo come da loro statuto una parte dei rimborsi che percepivano) e con l’aggravante dell’uso di un trucchetto di bassa lega (si fotografavano con la ricevuta del bonifico e poi si affrettavano a revocare il bonifico stesso).
E siccome esiste un karma universale tutto questo bailamme è scoppiato in campagna elettorale, quando non si può mettere in onda (per par condicio) servizi pro o contro una parte politica.
Quindi tutti parlano dello scandalo ma nessuno può difendersi da accuse che sono state sussurrate.
La legge del contrappasso ha colpito ancora: chi di macchina del fango colpisce…
Poveri Cinque Stelle, sono entrati in campagna elettorale come il nuovo che avanza e rischiano di uscirne ancor prima di essere andati alle urne.