Perché la maratona è regina

Mi è sempre andato largo il ruolo di maratoneta.

Qualche tempo fa mi sono imbattuto nell’articolo pubblicato sul sito de La Stampa da Massimo Gramellini e, grazie alla sua prosa sontuosa, mi sono reso conto di come i maratoneti siano visti nell’immaginario comune.

“Mi hanno sempre affascinato i maratoneti. Ogni loro corsa è un viaggio, durante il quale incontreranno culmini di onnipotenza e strapiombi di difficoltà. Per ogni maratoneta c’è sempre un chilometro di piombo in agguato. Quando i pensieri si appesantiscono assieme alle gambe e la mente si rifiuta di continuare a sopportare il dolore e vorrebbe soltanto fermarsi al bordo della strada. E’ al fondo di quel chilometro che si sceglie se arrendersi o avanzare.
La crisi non è ancora passata e nessuno in coscienza può dire se e quando finirà. Ma il maratoneta fa una scommessa con il proprio destino e decide di rinviare la resa di un altro metro, e poi di un altro ancora: finché le gambe ricominceranno a respirare un’aria più leggera. Tornato a casa, scoprirà di non essere più lo stesso. Quel chilometro di piombo lo ha trasformato. Gli ha insegnato a oltrepassare la paura e adesso nulla potrà più spaventarlo”.
(Cliccate qui per leggere – se proprio lo desiderate – l’intera rubrica).

Il maratoneta è l’eroe che combatte, il guerriero buono, l’Uomo che si erge contro le difficoltà.

Non nego che mi piacerebbe potermi considerare un siffatto eroe. Ma la realtà è diversa.
Durante le tante maratone che ho corso ho incontrato raramente quel tipo di uomo (pardon, Uomo) ma ho sicuramente visto le persone soffrire, camminare e riprendere a correre fino ad arrivare al traguardo.

last mile
La maratona è la regina dell’atletica, perché ci fa intuire quanto possiamo essere grandi

Credo che la cosa che andrebbe esaltata non sono i maratoneti ma la maratona stessa.
Credo che ogni uomo dovrebbe correre una maratona e mettersi alla prova contro il mito.

Perché la maratona ti insegna l’umiltà.
Ti insegna a soffrire.
Ti insegna che, se accetti di essere messo al tappeto, se accetti di essere limitato, poi sei anche in grado di rialzarti.

La maratona ti insegna che non occorre essere un grande uomo per fare una grande impresa.

E questa lezione andrebbe resa obbligatoria nelle scuole.
Perché è da questa convinzione che possiamo trarre la forza di prendere in mano la nostra vita e cambiarla. In meglio.
La maratona insegna a credere nei nostri limiti, nell’immaginarli un po’ più in là, un po’ più in alto, di quanto la tradizione, la società, gli altri in generale, ci spingerebbero a credere.

Non i maratoneti quindi vanno incensati, ma la prova.
Perché è il grande avversario che affronti che ti rende un grande Uomo.

Il grande avversario e il tuo coraggio di sfidarlo…

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