The running abroad series: Londra

Nelle ultime due settimane ho viaggiato parecchio.
Ecco alcuni brevi flash dalle città che ho visitato…

Corrono tutti.
Qui a Londra, intendo, tutti sembrano correre.

Non mi riferisco a quella frenesia dei milanesi, per cui inizi a sbuffare se il barista non ti chiede l’ordinazione un minuto dopo che hai varcato l’ingresso, oppure che ti fa fremere con il palmo della mano appoggiato sul clacson non appena la luce vrde si accende.
Qui a Londra no.
La gente è tranquilla, pronta a far code ordinate per qualunque cosa, dall’entrare al ristorante fino alla fermata del bus che non arriva.

Ma quando parlo del fatto che tutti corrono mi riferisco proprio alla moda del running.
Sabato pioveva eppure la Southbank del Tamigi o i sentieri lungo il Serpentine ad Hyde Park traboccavano di runners.
Mi superavano da dietro, mentre vagavo con la macchina fotografica al collo, o mi venivano incontro solitari o a gruppetti.

C’erano i soliti impallinati, tutto cronometri ed andature, ma la stragrande maggioranza erano joggers.
Procedevano tranquilli, senza parlare tra loro, direi anche affaticati, come se stessero pagando un tributo alla dea del fitness.
Tantissime donne, di ogni età e forma, tutte fasciate in completi perfetti. E questo stile impeccabile – devo dire – era condiviso anche dai rappresentanti maschili.
Fouseaux sgargianti all’ultima moda, scarpe fluorescenti, qualcuno osava la manica corta (persino la canottiera tra gli impallinati) ma la maggioranza preferiva la manica lunga della giacca della tuta.

E’ come se tenessero molto all’apparenza. Di certo spendono di più in sportswear che in vestiti normali (davvero i londinesi non brillano per eleganza: anzi quando si mettono in tiro per la sera riescono solo a mettere assieme in modo pacchiano dei capi improbabili). La sensazione è accentuata dal fatto che spesso vedi persone sedute al bar con scarpe e fouseaux da running che però sopra indossano un parka e magari fumano. Insomma qui l’abbigliamento sportivo è stato sdoganato come trendy anche da chi lo sport non lo pratica proprio.

Però, al netto di questi fenomeni di tendenza, rimane il fatto che a correre sono davvero tantissimi.
La conferma l’ho avuta anche domenica mattina quando da Trafalgar Square è partita la London Winter Run una 10K per raccogliere fondi per la ricerca contro il cancro.
Fin dal primo mattino avevo notato decine di persone, molte tra loro anziane e sovrappeso, confluire verso il cuore di Londra.
Alle 9:30 è partita la prima wave, e poi di seguito le altre. Alla fine erano diverse decine di migliaia.

London-Winter-Run
La partenza della London Winter Run 2018, domenica 4 febbraio a Trafalgar Square (ph. Franz Rossi)

Città bloccata ma festante.
Come al solito alcune persone erano vestite in costume, ho visto una renna di Babbo Natale correre fianco a fianco con un elfo, e persino qualcuno che vestito lo era davvero poco.
Faceva freddo, ma non mi stupivo tanto del coraggio dimostrato nel correre i dieci chilometri così scoperto, quanto dalla sua innegabile faccia tosta.

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Le mascotte della London Winter Run e la mise improbabile di uno dei concorrenti all’arrivo (ph Franz Rossi)

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