Stamattina ho visto un tweet di Fiorella Mannoia che esprimeva in toto il mio pensiero
Mi sono spesso chiesto in questi giorni quale sia il motivo per cui c’è un livore così forte nei confronti di runners e ciclisti.
Sgombro subito il campo da polemiche.
La corsa per noi è un divertimento e come tale viene dopo, nella lista delle priorità, a tutte le altre attività (lavoro, cibo, salute). Non moriamo se non corriamo o corriamo di meno.
Ciò detto, se decidiamo di correre, dobbiamo chiederci se ci sono le condizioni minime di sicurezza, che oggi significa due cose.
UNO: bisogna correre da soli. Non ad un metro o a due metri da altri, correre proprio da soli; su percorsi dove non ci sono altre persone (altri runners, gente che passeggia con il cane, persone con bambini). In città è difficile, ma siate creativi. Scoprite angoli di campagna che non conoscevate, correte nel cortile come criceti, fate ripetute da 27 metri, insomma adattatevi.
DUE: bisogna evitare di esporsi a rischi di infortunio. E’ ovvio: non possiamo chiedere ai medici di sistemare una caviglia rotta o curare un malanno perché abbiamo preso freddo. Siate molto più prudenti del solito. Non correte su strade trafficate (anche se il traffico è molto calato), non correte su percorsi accidentati. Insomma fate attenzione.
Se posso, mi permetto di aggiungere un ulteriore consiglio.
Non mettetevi a fare polemica.
Siete usciti a correre.
Lo avete fatto con prudenza, cercando di rilassarvi e non di allenarvi, per il puro piacere di farlo, per sfogarvi dopo una giornata di tensioni.
Bene, basta così. Perché pubblicare sui social post trionfalistici con i crono o con la foto del lungomare deserto? Perché fare polemica con frasi “Correre è un mio diritto!” oppure “Anche la legge dice che posso correre” o il classico “Perché possono andare a comperare le sigarette ed io non posso correre?”
Abbassiamo i toni.
E torno al bel tweet di Fiorella Mannoia: io sto provando a limitarmi l’accesso alle notizie, guardo qualche sito d’informazione e un tg al giorno, ho drasticamente diminuito il tempo passato a leggere i social. Mi occupo piuttosto di osservare me stesso, a riflettere su come questa situazione mi sta cambiando.
Insomma, provo a non guardare tanto fuori ma più dentro di me….