Wings for Life: quando il traguardo ti insegue

WingsforLife

La Wings for Life è probabilmente la gara più innovativa nel panorama mondiale.
Di certo non è una gara IAAF, ma tra gli eventi podistici sta rapidamente diventando un must.

Tutti i concorrenti partono assieme su un percorso praticamente infinito.
Dopo 30 minuti si mette in moto un’automobile (la catcher car) che procede a 15km/h (per noi podisti 4’/km).
Quando raggiunge uno dei concorrenti, questi si deve ritirare…

A rendere il tutto più affascinante si aggiunga che la corsa si disputa in contemporanea in 25 paesi del mondo (quindi a mezzogiorno a Londra, che è l’una di Roma, che è mezzanotte in qualche altra parte del globo e così via).
E c’è una classifica unica. Quest’anno ha vinto un ragazzo su sedia a rotelle a Dubai, secondo un polacco qui a Milano, terzo un austriaco a Vienna, quarto il nostro Giorgio Calcaterra che era campione uscente e detentore (con 88,4 km) del record della manifestazione.

Insomma, una grande festa organizzata da RedBull che devolve il 100% dei ricavi alla ricerca medica per aiutare le persone con lesioni del midollo spinale.

Avevo partecipato alla prima edizione a Verona, quattro anni fa, e quest’anno sono tornato a correrla qui a Milano (c’è una sola località per Nazione).

Come sapete sono totalmente a diguno di corsa, decisamente fuori forma e senza fiato.
Però un gruppetto di amici capitanato da Giovanni mi ha tirato dentro.
E adesso, dopo averla finita, ne sono davvero felice.

La testa ti gioca brutti scherzi.
Ero nella prima gabbia dove avevano messo gli ospiti vip e i top runners.
Subito dietro di noi scalpitvano gli atleti più velleitari.
E fin dal primo metro, accantonata ogni prudenza, ho tenuto un ritmo troppo elevato.

E’ qui che entra in gioco la testa.
In passato ero abituato a sentire la velocità intorno ai 5’/km come un ritmo sostenuto ma per nulla eccezionale.
Ma se la mente era quella di 18 mesi fa, il corpo – ahimé – sembrava appena uscito dal letargo.
Dopo i primi chilometri realizzo che sto facendo una scemenza.
Dopo 10 chilometri fatico a restare sotto i 6’/km…

Per fortuna correvo con una coppia di amici comprensivi, che mi hanno atteso pazientemente.

La catcher car mi ha agguantato in pieno centro di Milano, poco dopo il cartello dei 18, e mai vista fu più gradita.
Avrei faticato a continuare.

Però è venuto fuori un buon allenamento, sono contento di come ho tenuto di testa anche dopo il 15esimo chilometro (che era il mio obbiettivo prefissato), e soprattutto sono felice di aver ritrovato sul percorso decine di amici che mi hanno salutato e incoraggiato.

E da oggi parte il grande progetto!

Ma di questo vi parlerò domani…

PS grazie all’amico Gianluca per la foto

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